
Vino, Valoritalia: nei primi mesi 2025 -3,3% degli imbottigliamenti
Milano, 24 giu. (askanews) – L’Annual Report del vino in Italia di Valoritalia, presentato oggi a Roma, ha posto anche l’attenzione sui primi mesi del 2025 evidenziando un -3,3% degli imbottigliamenti, un calo imputato alla condizione di incertezza legata ai dazi Usa e alla conseguente prudenza degli operatori statunitensi. Su questo tema si inserisce l’indagine incentrata sul valore delle certificazioni percepito da produttori e consumatori con un particolare focus su Italia e Canada, di Nomisma – Wine Monitor. Si tratta di uno studio inedito condotto da un lato sul mondo produttivo italiano, con un campione di 147 imprese vitivinicole, e dall’altro su oltre 2.000 consumatori, che evidenzia le differenze e le analogie tra gli intervistati italiani e canadesi.
Secondo lo studio, presentato da Denis Pantini, responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma, il 47% delle aziende italiane esportatrici negli States dichiara di aver messo già in atto strategie per diversificare i mercati extra-UE individuando, tra i Paesi più promettenti, Canada, Regno Unito e Giappone. L’export del vino italiano continua a reggere anche grazie al crescente interesse da parte di nuovi mercati come quello canadese, dove le etichette italiane sono le più consumate tra quelle straniere (secondo il 51% degli intervistati), registrando in questo Paese un volume di importazioni di 442 milioni di euro.
L’indagine ha inoltre messo a confronto i consumatori italiani e canadesi in termini di comportamenti di acquisto e aspettative legate al futuro del settore. Se per il nostro Paese il principale driver di scelta è il territorio e la Denominazione d’Origine, in Canada si dà più valore al brand della cantina. Sempre dal lato dei consumatori, si è posta l’attenzione anche ai trend in ascesa nei prossimi 3 anni: la crescita dell’interesse verso gli sparkling e vini low alcol, è stata espressa dalla maggior parte degli intervistati, rispettivamente da circa il 70% e dal 65% dei consumatori di entrambi i Paesi. I Canadesi, tuttavia, rispetto agli italiani, mostrano un maggiore interesse per i rosè e per la mixology (74% degli intervistati la ritiene una tendenza in crescita a fronte del 56% degli italiani). In aggiunta, i Canadesi mostrano più sensibilità rispetto a criteri come l’utilizzo di bottiglie in vetro leggero che salvaguardano l’ambiente (78% del campione contro il 65% degli italiani).
“In questo scenario di forte incertezza per il vino italiano, – ha concluso Pantini – l’Osservatorio Nomisma Wine Monitor-Valoritalia giunto ormai alla sua sesta edizione, ha messo in luce come per le imprese e per i consumatori italiani il ruolo delle certificazioni resta determinante nella scelta di acquisto di un vino. Tra i trend in ascesa, quelli legati ai temi green (e alle relative certificazioni) rappresentano i driver di consumo con maggior probabilità di successo futuro sul mercato – con la sostenibilità che surclassa il biologico -, così come quelli dei vini a bassa gradazione alcolica. Nel nostro Paese, invece, i vini dealcolati, non sembrano raccogliere un consenso altrettanto ampio”.
La principale tendenza individuata è riferibile alle certificazioni green, considerate prioritarie tanto per i consumatori italiani (81%) quanto per quelli canadesi (74%). Un tema che risulta particolarmente rilevante anche per le aziende del nostro Paese dove il 42% dichiara di aver già messo in atto iniziative concrete sul tema e ben il 26% è certificata con uno standard di sostenibilità.