Vino, Mastroberardino: in 2024 già acquisite 5 aziende in areali Docg

Vino, Mastroberardino: in 2024 già acquisite 5 aziende in areali Docg

Tra Montemarano, Paternopoli, Castelfranci e Montefusco in Irpinia

Milano, 29 apr. (askanews) – Il programma di investimento della famiglia Mastroberardino nella viticoltura irpina di pregio prosegue a ritmo serrato: nel primo quadrimestre di quest’anno la famiglia Mastroberardino ha già perfezionato cinque nuove acquisizioni negli areali a Docg in Irpinia, tra Montemarano, Paternopoli, Castelfranci e Montefusco. Una decina di nuovi ettari vitati che porta il patrimonio agricolo aziendale a circa 260 ettari in 14 Comuni.

In particolare, a Paternopoli è stata acquisita un’azienda sul poggio Pescocupo (460 metri slm), in un’area viticola “di particolare potenzialità qualitativa” in cui Mastroberardino già dispone di alcuni vigneti in produzione. A Castelfranci, l’acquisizione riguarda la parte più elevata, località Baiano (580 metri slm), caratterizzata da terreni argilloso-calcarei ricchi di scheletro, da dove provenivano le uve che negli anni Sessanta Antonio Mastroberardino dedicò a uno dei tre grandi cru di Taurasi dell’epoca. Il piano di acquisizioni conferma l’interesse della Cantina anche per un altro dei grandi cru classici del Taurasi, nel Comune di Montemarano dove è già presente con diverse, importanti, tenute: in questi ultimi mesi ha infatti perfezionato un piano di ampliamento e accorpamento di due ulteriori appezzamenti a circa 680 metri slm. Infine è stata assorbita un’ulteriore azienda agricola in località Serra di Montefusco, a oltre 500 metri di altitudine in esposizione Sud, ai confini con i vigneti già di proprietà dedicati alla produzione del cru “Novaserra Greco di Tufo”, prodotto iconico della realtà di Atripalda.

“Questa strategia ci permette di raccogliere, in una prospettiva di viticoltura di precisione, una quantità sempre crescente di informazioni tecniche utili a potenziare il patrimonio di conoscenze dei caratteri specifici dei diversi areali produttivi, in relazione al potenziale espressivo di ciascuno dei grandi vitigni autoctoni irpini” ha spiegato il presidente, Piero Mastroberardino, parlando di “una strategia figlia di una chiara visione: far sì che i terroir accolgano i vitigni più adatti, che raccontino al meglio la magia della terra d’Irpinia a chi abita questi luoghi e a chi vive lontano”.

La Cantina ha sottolineato infine che questi investimenti si inseriscono anche “nel continuo potenziamento dell’offerta culturale e nel creare nuove opportunità per coloro che desiderano immergersi nella bellezza paesaggistica e nei sapori autentici dell’Irpinia, attraverso il Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda (MIMA) e il complesso ricettivo del Radici Resort”.

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