Vino, l’incontenibile leggerezza del Lambrusco Doc sul Monte Bianco

Vino, l’incontenibile leggerezza del Lambrusco Doc sul Monte Bianco

Milano, 29 giu. (askanews) – E’ stata la leggerezza il filo conduttore dell’edizione 2025 del “World Lambrusco Day”, evento che ha riunito nei giorni scorsi sul Monte Bianco protagonisti del fine dining, della sommellerie, della produzione enogastronomica e della stampa specializzata. Un’esperienza che ha visto il Lambrusco protagonista, affiancato dal Parmigiano Reggiano ma anche dai vini e dai prodotti tipici della regione ospite, la Valle d’Aosta (a partire dalla Fontina Dop), al centro della cena inaugurale al ristorante “Pierre Alexis 1877” a Courmayeur (Aosta).

Sabato 21 giugno, protagonista è stato il Lambrusco, che proprio il giorno del solstizio d’estate è festeggiato in tutto il mondo. Il Castello Reale di Sarre (Aosta) ha ospitato una masterclass dal titolo “L’incontenibile leggerezza del Lambrusco”. Condotta dal MW Gabriele Gorelli ha offerto un quadro ragionato delle eterogenee caratteristiche delle tante espressioni di Lambrusco nelle sue diverse tipologie e Denominazioni, attraverso 13 etichette introdotte dagli stessi produttori presenti in sala.

Il programma è proseguito sull’incredibile funivia Skyway Monte Bianco, dove, negli spazi del Cinema Alpino a oltre 2.000 metri si è continuato a parlare di leggerezza con una tavola rotonda moderata da Luciano Pignataro dal titolo “La leggerezza è modernità”, a cui sono intervenuti Heinz Beck, Paolo Griffa, Pascal Tinari, Gabriele Gorelli, Cecilia Lombardini e Alessandro Medici. Quello della leggerezza è un tema che ben si sposa con la filosofia dello cuoco tedesco del tristellato La Pergola di Roma. “Sono solito dire che la cena finisce l’indomani mattina” ha commentato Beck, spiegando come da venticinque anni partecipi e conduca studi e ricerche sul rapporto tra cibo e scienza e salute: dall’oscillazione insulinica postprandiale a quali emisferi del cervello vengono stimolati dalla degustazione di vino, e oggi sull’invecchiamento e sullo stress ossidativo postprandiale. “Quando si parla di leggerezza, il Lambrusco è il vino perfetto: la gradazione alcolica è bassa e si lascia abbinare facilmente a tanti piatti” ha sottolineato Beck, ricordando che “da più di 10-15 anni nella nostra carta vini abbiamo il Lambrusco perché penso che sia uno dei vini più moderni che ci sono e negli ultimi anni i produttori hanno regalato prodotti meravigliosi”. Per lo chef Griffa “la leggerezza è nell’insieme del menu, nelle materie prime locali più fresche possibili, per offrire un’esperienza memorabile a 360 gradi che lasci nel cliente un ricordo spensierato. La generazione di chef che ci ha preceduto – ha rimarcato – ha portato ad un avanzamento delle tecnologie che ci consente oggi di avere strumenti e conoscenza per essere più efficienti, avendo un controllo molto maggiore sulle preparazioni e sugli ingredienti”.

“Leggerezza è una profondità ben portata: vuol dire essere consapevoli” ha messo in luce il sommelier Pascal Tinari, aggiungendo che “la leggerezza si apprende pensando di essere ospite e procedendo per gradi per godersi ogni singolo passaggio”. La parola è quindi passata al vignaiolo Alessandro Medici che ha evidenziato come “il Lambrusco Doc ha ottime carte da giocare: ha sofferto meno del calo dei consumi, dunque ha un posizionamento centrato; ha una grande acidità che significa freschezza e bevibilità, oltre ad una gradazione alcolica contenuta; ed è forse il vino pop per eccellenza e deve iniziare necessariamente a dialogare con le nuove generazioni ad esempio approcciando la mixology e i cocktail d’autore. È anche importante legarsi alla Food Valley in cui nasce – ha concluso – ed è essenziale fare squadra: mandare un unico messaggio, in modo corale e unito, di un prodotto contemporaneo di qualità”. D’accordo anche la produttrice Cecilia Lombardini, che ha parlato di “leggerezza come vivacità, allegria, convivialità, leggerezza dello spirito per un vino tra i più versatili al mondo, che abbina l’effervescenza alla struttura tipica di un vino rosso”.

Ha chiuso la tornata di interventi Gorelli chiosando che “leggerezza significa proprio non appesantire chi si ha davanti e far passare un messaggio più attraverso quello che si fa che a quello che si dice: ‘storydoing’ più che ‘storytelling’. La leggerezza è parte dell’identità del Lambrusco e oggi si riescono a raggiungere espressioni notevoli ma è un risultato che non si è ottenuto snaturando un vino ma valorizzando quelle che sono già le sue caratteristiche peculiari. Soprattutto quando si parla di territori in cui la struttura produttiva è in equilibrio tra cooperazione e artigianalità, va ricordato che se i grandi generano le onde, gli artigiani possono fare surf. Stare insieme e avere una comunanza di intenti è essenziale, perché in fondo si è tutti nel grande mare del mercato”. Dopo la tavola rotonda la salita in funivia fino a Punta Helbronner a 3.466 metri dove è stata aperta una forma di Parmigiano Reggiano e brindato con diverse etichette di Lambrusco. La serata si è quindi conclusa con una super cena a quattro mani firmata dagli chef Beck e Griffa, accompagnata da tante interpretazioni di Lambrusco Doc.

La bella iniziativa è stata promossa dal Consorzio Tutela Lambrusco insieme a Enoteca Regionale Emilia- Romagna, con il supporto di Valle D’Aosta Heritage, Regione Autonoma Valle d’Aosta e Castello Reale di Sarre. Sponsor tecnici: Consorzio Fontina Dop, Consorzio Vini Valle d’Aosta, Consorzio Parmigiano Reggiano.

Anche il pubblico ha avuto la sua parte con una degustazione gratuira dei vini di 19 Cantine di Modena e Reggio Emilia condotta dai sommelier Ais allestita presso la fermata Pavillon-The Mountain dalle 11 alle 15 di sabato 21.

Il Consorzio ha annunciato che l’edizione 2026 del “World Lambrusco Day” si terrà a New York.

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