
UniCredit, Orcel: chiarezza su Golden power o ritireremo Ops Bpm
Milano, 11 giu. (askanews) – “Al momento” su Banco Bpm la probabilità di proseguire con l’offerta “è al 20%, o meno”, perchè se il Golden power “non viene chiarito in qualche modo, in qualche forma, ci ritireremo”. A dirlo, netto e chiaro, gelando in qualche modo il risiko bancario, è il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, parlando alla platea di investitori riuniti a Berlino alla Goldman Sachs European Financial Conference 2025.
In attesa che tra oggi e domani si pronunci il Tar del Lazio sul ricorso di Banco Bpm contro la decisione della Consob di sospendere per 30 giorni l’Ops, Orcel torna a criticare i paletti posti dal governo con il provvedimento del Golden power. “Perché abbiamo chiesto la sospensione? Perché crediamo di essere d’accordo sul contenuto, ma stiamo cercando di avere un dialogo per chiarire e avere ancora il tempo di presentare l’offerta. Se la definizione dei contorni del golden power non è chiara e non è corretta, allora la probabilità che corriamo questo rischio è zero, quindi ci ritireremo”.
Entrando nel merito dei paletti imposti dal Governo, Orcel ha chiesto soprattutto chiarezza sull’uscita dalla Russia: “Mi devono spiegare esattamente che cosa vogliono, non è chiaro cosa intendono, anche perché una volta conclusa l’operazione, corriamo il rischio poi di una penale fino a 20 miliardi, e questo è un rischio che nessun azionista vorrebbe che io corressi”. “Noi – rivendica Orcel – abbiamo effettivamente cessato tutte le nostre attività di prestito in Russia dal 2022. Abbiamo 800-900 milioni di prestiti rimasti, ma se ho un mutuo di 20 anni, non posso accelerare più di così. Siamo scesi dell’85-90%, penso che sia abbastanza. Abbiamo cessato tutti i pagamenti, tranne quelli in euro e dollari. Siamo passati da 25 miliardi a trimestre a 6 miliardi a trimestre”. “E per inciso – ha proseguito il Ceo di UniCredit -, anche il Golden power indica che devo continuare a effettuare quei pagamenti perché le aziende in Germania, in Italia e in Francia continuano a operare lì e ne hanno bisogno. D’altronde, continuiamo a comprare energia, materie prime dalla Russia, questo è consentito. Quindi, come potrà una società pagare tutto questo se non esiste un sistema di pagamento?”.
Sull’altro dossier caldo, quello di Commerzbank, all’indomani dell’affondo del cancellieri tedesco, Friedrich Merz (“inaccettable l’approccio non concordato e ostile”), Orcel ha replicato: “Ancora non capisco questa storia dell’opacità, dell’ostilità, perché se mi vendi qualcosa e poi ti giri e dici che è opaco e ostile, non capisco”. “Siamo stati l’unico istituto invitato dal ministero delle Finanze tedesco a partecipare alla vendita di una quota – ha spiegato -. Siamo stati l’unica banca invitata perché era da molto tempo che eravamo in contatto con loro. Ci è stato chiesto di aumentare la nostra offerta per ottenere quella quota perché il collocamento non era andato bene. Durante l’intero processo, siamo stati in costante contatto con l’allora dirigenza della Commerzbank che era favorevole alla nostra mossa”. Orcel si attende, comunque, entro la fine del mese di avere tutte le autorizzazioni per arrivare a 30% in Commerzbank, poi “dovremo decidere se consolidare il 30% o no, vedremo”. Ad ogni modo, ha successivamente chiarito a Cnbc, si è “lontani” dal lanciare un’offerta su Commerzbank, anche perchè il prezzo delle azioni è troppo caro, “ben oltre i fondamentali della banca”.
Più in generale, parlando di M&A bancario, Orcel ha preso atto che oggi più che mai c’è un nuovo attore in campo – i governi e la politica – che può cambiare il risultato e bloccare definitamente un’operazione. “E’ una buona cosa che il management di una banca, invece di massimizzare il valore per i propri azionisti, ritiene che, poiché non gradisce una operazione, possa fare pressione sul governo o su un politico per bloccarla? A mio parere, non lo è”, ha osservato Orcel. “Non è una critica al governo o ai politici, ma è una critica all’uso di questo approccio come strategia difensiva, perché impedisce al mercato di funzionare correttamente e sposta l’intero dialogo su un altro piano. Non è razionale, non crea valore, è solo difesa per il gusto di difendersi. Questo sta accadendo ovunque in questo momento, ovunque. Non ci sono eccezioni”.