
Umbria Top: una ricerca sul patrimonio vitivinicolo dell’Umbria
Milano, 24 giu. (askanews) – Quando compare per la prima volta in Italia la parola scritta “vino”? In seno a quale civiltà italica? Nasce con queste domande la creazione del primo tavolo di lavoro composto da studiosi ed esperti sul tema “Radici: l’eco delle origini”. La ricerca, la cui realizzazione è promossa da Umbria Top, la cooperativa che raggruppa cantine e Consorzi di Tutela vini umbri, oltre che essere proponente del Distretto di Filiera del Vino Umbro di Qualità, vuole percorrere e riscoprire le origini della produzione vitivinicola umbra attraverso un approccio multidisciplinare. Peculiarità botaniche, agronomiche e ambientali del territorio, spunti culturali, racconti storici, testimonianze di archeologia agricola e rurale per scoprire punti di forza della piccola ma preziosa produzione umbra, grazie al rilevante contributo di professori e studiosi di Università per Stranieri di Perugia, Università degli Studi di Perugia, 3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, Museo del Vino di Torgiano e Ais Umbria.
“Non soltanto una pubblicazione ma una dichiarazione di appartenenza e un atto di memoria collettiva” spiega Gioia Bacoccoli, coordinatrice di Umbria Top, aggiungendo che “il vino in Umbria si fa da tempi immemori: non resta dunque che iniziare a scrivere un racconto nuovo ed antico allo stesso tempo. Una prima raccolta di spunti per una caccia al tesoro all’inverso: dal calice alla radice che vorremmo fosse un percorso partecipato e in progress. Il lavoro che abbiamo avviato infatti, – prosegue Bacoccoli – ha fin da subito mostrato un potenziale interessante di ricerca su settori quali ad esempio l’enoturismo e il marketing territoriale, per i quali si intende programmare a breve un tavolo di lavoro utile ad individuare nuovi strumenti per la promozione del comparto e del territorio regionale”.
La ricerca, che include un progetto editoriale, rappresenta un esempio virtuoso di networking tra istituzioni, enti di ricerca e realtà locali, confermando l’impegno di Umbria Top nella promozione e valorizzazione delle eccellenze enologiche regionali, con uno sguardo attento alla sostenibilità e alla conservazione delle tradizioni. L’opera, arricchita da un apparato iconografico di pregio e da contributi scientifici inediti, si propone come un punto di inizio lavori per studiosi, appassionati e professionisti del settore, offrendo spunti utili alla promozione della immagine del comparto vitivinicolo umbro.
“Questa ricerca è un primo approccio e prende le mosse da un approfondimento storico, linguistico e archeologico delle origini della coltivazione della vite e della produzione del vino, per proseguire poi con un’analisi della modifica del paesaggio agrario e delle architetture” afferma il coordinatore Luigi Mundula, presidente del corso Mico dell’Università per Stranieri di Perugia, sottolineando che “il vino, dunque, come patrimonio culturale è presentato come un condensato di storia e cultura, un patrimonio immateriale dell’umanità. Questa visione eleva il vino da semplice bevanda a simbolo di identità, a componente essenziale di questa terra unica e inimitabile, oltre che per l’origine storica, i suoi cicli, le sue feste, i suoi riti e le sue memorie vissute”.
La ricerca si avvale della partecipazione di vari docenti dell’Università per Stranieri di Perugia (Giovanni Capecchi, Valentina Gasbarra, Roberto Montagnoli e Alessio Patalocco) e dell’Università degli studi di Perugia (Manuel Vaquero Piñeiro, Alberto Palliotti e Paolo Braconi) ma anche del prezioso contributo scientifico di esperti e ricercatori (Stefano Cimicchi, Luisa Spagnoli) ed enti (3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, Museo del vino di Torgiano Muvit, Associazione italiana sommelier).