Ue-Cina, Borrell: i 27 concordi sul nuovo documento strategico

Ue-Cina, Borrell: i 27 concordi sul nuovo documento strategico

Serve riequilibrio relazioni, e Pechino deve agire sulla Russia

Bruxelles, 12 mag. (askanews) – La Cina deve capire che non potrà avere relazioni normali con l’Ue se non usa la sua influenza su Mosca e il suo ruolo internazionale per cercare di fermare la guerra in Ucraina, che per gli europei è “una minaccia esistenziale”, e che è necessario riequilibrare le relazioni economiche, oggi viziate dalla eccessiva dipendenza che l’Europa ha dalle materie prime e da alcune produzioni e tecnologie cinesi. Questo, in estrema sintesi, è quello che chiede il nuovo documento strategico sui rapporti con Pechino che l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune europea, Josep Borrell, ha discusso oggi a Stoccolma con i ministri degli Esteri dell’Ue, durante la loro riunione informale di Stoccolma.

“Abbiamo avuto una lunga discussione riguardo alla nostra posizione sulla Cina. I colleghi – ha riferito Borrell questa sera durante la conferenza stampa al termine della riunione – hanno salutato con favore il documento che abbiamo presentato, e si sono trovati d’accordo sulle linee di base riguardo alla necessità di ricalibrare la nostra relazione con la Cina, considerando i recenti sviluppi interni nel Paese e l’andamento della politica estera. Il nostro ‘trittico’ di definizioni della Cina come ‘rivale’, ‘partner’ e ‘concorrente’ riflette la realtà. E c’è una parola chiave, che è ‘impegno’: dobbiamo impegnarci con la Cina”, anche se “negli ultimi tempi la componente di rivalità è diventata sempre più importante”.

“Sintetizzando – ha spiegato l’Alto Rappresentante -, con la Cina noi abbiamo innazitutto un problema riguardo ai valori, abbiamo diversi sistemi politici, abbiamo una comprensione diversa di che cosa sono i diritti umani individuali e collettivi. Noi abbiamo dei sistemi politici multipartitici ed economie basate sul libero mercato. Quindi abbiamo dei sistemi politici differenti, e di questo dobbiamo tenere conto”.

In secondo luogo, “abbiamo un problema di sicurezza economica. Le nostre relazioni commerciali sono molto squilibrate. Devono essere riequilibrate e dobbiamo evitare le dipendenze eccessive in certi settori critici. Dobbiamo minimizzare i rischi (‘derisking’, ndr); e questo non è solo uno slogan, dietro c’è un sacco di lavoro da fare. Non dobbiamo rompere (‘decouple’, ndr) le relazioni con la Cina, ma riequilibrarle in modo giusto. Non stiamo entrando in una deriva verso il protezionismo. Noi e la Cina siamo entrambi potenze economiche, dobbiamo avere relazioni più bilanciate, il mondo ne ha bisogno e noi ci stiamo lavorando”.

“Quando una dipendenza è troppo alta – ha osservato Borrell più tardi rispondendo a una domanda dei giornalisti -, allora è troppo rischiosa. Abbiamo l’esempio di quello che è successo con la Russia: abbiamo fatto un errore strategico lasciando che la dipendenza dal gas russo diventasse eccessiva. Oggi la nostra dipendenza dalla Cina, nel campo della transizione ambientale e digitale, è anche superiore a quella che avevamo dal gas Russo. Consideriamo i pannelli solari, le materie prime critiche, alcune tecnologie specifiche. Tutto questo non è che lo consideriamo pericoloso, ma è certo un rischio dipendere così tanto da qualcuno”. 

Infine, c’è “la sicurezza strategica”, con “le due questioni di Taiwan e della Russia”. Su Taiwan, ha ricordato l’Alto Rappresentante, l’Ue persegue “la politica dello status quo, coerente con la ‘One China Policy’”. Sulla Russia, “le relazioni tra l’Ue e la Cina non potranno svilupparsi normalmente se Pechino non spinge Mosca a ritirarsi dall’Ucraina. Noi richiamiamo la Cina alla sua responsabilità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché usi tutta la sua influenza sulla Russia per fermare la guerra, e svolga un ruolo costruttivo per conseguire una giusta pace per l’Ucraina”.

“E’ davvero importante – ha rilevato – che la Cina capisca che ciò che sta accadendo in Ucraina è una minaccia esistenziale per noi, che ci aspettiamo che Pechino faccia ricorso al suo ruolo e alle sue responsabilità. Se questo non sarà il caso, le nostre relazioni non potranno che risentirne”.  

Il documento strategico sulla Cina presentato da Borrell sarà ora “rivisto e perfezionato” tenendo conto della “discussione positiva e fruttuosa di oggi”, in modo che i capi di Stato di governo possano usarlo al prossimo Consiglio europeo di giugno.

“I Ventisette – ha insistito l’Alto Rappresentante – sono uniti riguardo alla musica di questo testo. Poi, qualcuno sarebbe lieto di modificare questa o quella parola, ma sono sfumature. Il documento è stato considerato come un approccio solido e completo riguardo alle nostre relazioni con la Cina. Non ho visto alcun disaccordo concreto su questo, e ne sono lieto: è una base molto solida affinché la Cina comprenda che i Ventisette sono uniti; che è finita l’epoca dei 14 paesi con relazioni specifiche con Pechino”, ha sottolineato Borrell con un chiaro riferimento al coinvolgimento di diversi Stati membri, negli anni scorsi, nel progetto cinese della “Nuova Via della Seta” (la “Belt and Road”). “Ora siamo 27, con un solo approccio a 27, anche se possono esserci toni diversi”, ha concluso Borrell.

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