
Theoharis in corsa per l’UN Tourism: priorità a trasparenza e risultati
Milano, 27 mag. (askanews) – È stato ministro del Turismo della Grecia e sa bene cosa significhi trasformare un settore strategico, tra crisi locali e globali. Ora Harry Theoharis punta a guidare l’UN Tourism, l’ex Organizzazione mondiale del turismo, che dovrà eleggere il nuovo segretario regionale. Con un’idea semplice ma radicale: riportare trasparenza, concretezza e valore per gli Stati membri. Meno discorsi, più dati e risultati.
L’UN Tourism è l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite incaricata di promuovere un turismo responsabile, sostenibile e accessibile a tutti. Fondata nel 1975, ha sede a Madrid e conta 160 Stati membri. L’organizzazione funge da forum globale per le politiche turistiche; fornisce ricerca, dati e supporto tecnico ai governi e agli operatori del settore .
In questa intervista Theoharis spiega come intende farlo, dall’uso della tecnologia per tagliare la burocrazia fino a un impegno personale: massimo due mandati, senza eccezioni.
In che modo il suo approccio che definisce “agile e tecnologico” ridurrà la burocrazia all’interno dell’UN Tourism?
“L’obiettivo è chiaro: rendere l’UN Tourism adatta al XXI secolo. Oggi l’organizzazione è appesantita da troppi strati decisionali, procedure obsolete e una scarsa interoperabilità tra dipartimenti. Il mio piano introduce flussi di lavoro digitali intelligenti, automazione per le attività di routine come la redazione di report e la pianificazione delle missioni, oltre a strumenti collaborativi in cloud. Tutto questo permetterà di eliminare i colli di bottiglia interni, aumentare la trasparenza e rispondere più rapidamente alle esigenze dei Paesi membri. La burocrazia prospera nell’opacità, ma la tecnologia porta luce”.
Come farà in modo che gli Stati membri vedano un “valore tangibile” dalla loro adesione?
“Gli Stati membri meritano più di un sostegno simbolico: meritano risultati. Con me alla guida, ciascun Paese avrà: un piano annuale di lavoro co-progettato, basato sulle priorità nazionali; accesso a un Hub Digitale di Intelligenza Turistica, con dati operativi, benchmark globali e supporto in tempo reale; maggiore visibilità su piattaforme internazionali e nei forum di incontro tra pubblico e privato; risultati misurabili in termini di creazione di posti di lavoro, rafforzamento della resilienza e innovazione. Il contributo all’UN Tourism dovrà avere un ritorno concreto: non solo discorsi, ma servizi e impatti”.
Come pensa di convincere Paesi che si sono ritirati, come Regno Unito o Stati Uniti, a rientrare nell’organizzazione?
“Dobbiamo prima riconoscere i motivi del loro ritiro: mancanza di trasparenza, percepita irrilevanza e assenza di responsabilità. Ripristinando la credibilità, l’equità nella governance e l’allineamento strategico con l’agenda dello sviluppo globale, riaprirò il dialogo. Ma non con operazioni di immagine: con prove di riforma. Proporrò un meccanismo di riavvicinamento, che permetta a questi Paesi di osservare, partecipare e valutare un eventuale rientro secondo tempi e modalità autonome. Il ritiro dell’attuale Segretario Generale apre una nuova fase. Intendo sfruttare questa occasione per ricostruire fiducia e unità”.
Oltre ad audit e indicatori, quali strumenti indipendenti di controllo intende introdurre?
“La trasparenza non si esaurisce nei numeri. Proporrò la creazione di un Comitato Permanente di Supervisione, composto da rappresentanti di diverse aree del mondo, esperti indipendenti, ex Segretari Generali e revisori degli Stati membri. Il gruppo cambierà ogni due anni. Questo organismo avrà accesso alle decisioni interne, ai processi di procurement e alle revisioni della governance, e riferirà direttamente al Consiglio Esecutivo – non solo al Segretariato. Non basta essere controllati: bisogna essere responsabili verso chi si serve”.
Come garantirà che il limite di due mandati per il Segretario Generale diventi una regola vincolante?
“È una questione di integrità istituzionale. Intendo proporre una modifica agli Statuti dell’UN Tourism per rendere il limite di due mandati una norma vincolante – non facoltativa né manipolabile. Ma prima ancora, darò il buon esempio: non cercherò mai un terzo mandato. E mi batterò perché ogni futuro Segretario Generale faccia lo stesso. L’UN Tourism non deve ruotare attorno alle persone, ma ai principi. E questo principio parla di equità, rinnovamento e fiducia”.