Terzo mandato, Fdi accelera: ok prima di Regionali. Alleati spiazzati

Terzo mandato, Fdi accelera: ok prima di Regionali. Alleati spiazzati

Roma, 5 giu. (askanews) – L’ordine del giorno, come spesso accade, era di quelli che potevano far pensare a una soporifera riunione di partito su varie ed eventuali: “Analisi della situazione politica”. E, invece, l’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia che si è riunito in via della Scrofa (assente la premier Giorgia Meloni) ha affrontato un tema che nelle ultime settimane è stato al centro delle discussioni con gli alleati di governo: le prossime elezioni Regionali e il nodo del terzo mandato per i governatori. Che fosse possibile riaprire una discussione, a patto che non venisse affrontata caso per caso ma in un ragionamento nazionale complessivo, lo avevano già detto il capo delegazione di Fdi al governo, Francesco Lollobrigida, e il responsabile Organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, con due interviste rilasciate proprio all’indomani del Consiglio dei ministri che aveva deciso di impugnare (con conseguente disappunto della Lega) la legge del Trentino che prevede questa possibilità.

La novità, tuttavia, è l’apertura alla possibilità che la questione venga affrontata per via legislativa addirittura prima delle prossime Regionali e che, dunque, finisca per interessare due elezioni ‘pesanti’ come quella del Veneto e della Campania, dove attualmente non potrebbero ricandidarsi né Luca Zaia né Vincenzo De Luca (aprendo un problema non da poco a Elly Schlein). “Se le Regioni pongono questo tema, ne parliamo” e “non c’è una preclusione ad affrontarla né prima né dopo le prossime Regionali”, spiega al termine della riunione Giovanni Donzelli.

C’è tuttavia una questione di tempi decisamente stretti, visto che la prossima tornata si tiene in autunno, motivo per cui non sembra praticabile l’ipotesi di una leggina ad hoc. Nei ragionamenti fatti tra i meloniani è stata persino presa in considerazione, ma poi scartata, l’ipotesi di intervenire con un decreto. La via che si sta valutando è dunque quella di trovare un “veicolo parlamentare”, ovvero ‘sfruttare’ una legge già all’attenzione delle Camere.

La Lega non può che mostrare soddisfazione, sebbene l’accelerazione di Fratelli d’Italia abbia come inevitabile conseguenza anche quella di riaprire una riflessione interna su equilibri e candidature. Lo stesso Matteo Salvini, poco prima, aveva infatti detto che l’accordo sui candidati andava “trovato a breve”.

“Discutere di terzo mandato, come chiesto dalle Regioni, è una scelta saggia all’insegna dell’autonomia, della leale collaborazione istituzionale e soprattutto rispettosa della volontà popolare. Bene che anche altri amici della maggioranza prendano in considerazione una proposta di cui la Lega è da sempre convinta sostenitrice”, afferma il responsabile federale Enti locali della Lega, Stefano Locatelli.

Ma dubbi vengono subito manifestati da Forza Italia, anche perché – viene fatto notare – si è deciso di prevedere il limite dei due mandati anche per il premierato. “Il nostro orientamento è noto, se c’è una richiesta delle Regioni la valuteremo, ma al momento non la vedo. Vedremo, non vedo proposte delle Regioni. Non è un tema che si chiude in una serata, ci parleremo, a cominciare dai leader ovviamente”, commenta il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri.

Al momento, agli atti, c’è una lettera inviata lo scorso 20 maggio in cui si chiede al governo di fare “un approfondimento sul terzo mandato”. Ma che il tema sia tutt’altro che pacifico lo dimostrano anche i dubbi interni a Fratelli d’Italia (perplessità sarebbero state avanzate durante la stessa riunione dell’esecutivo), dove ovviamente ci sono dirigenti che ragionano anche in base a logiche di territorio. L’ipotesi che si modifichi la legge sul limite dei mandati rimette pienamente in pista una nuova candidatura di Luca Zaia, in un territorio in cui i meloniani alle ultime elezioni hanno fatto il record di consensi.

Ma il discorso potrebbe valere a cascata su tutte le Regioni del Nord a guida leghista, come il Friuli Venezia Giulia o la Lombardia. Da via della Scrofa però mettono le mani avanti. Sottolinea infatti Donzelli: “Vogliamo mettere in ogni Regione il miglior candidato possibile, senza voler mettere bandierine, e siamo sicuri che faranno così anche gli alleati che in proporzione al peso elettorale sicuramente hanno più Regioni di noi. Non ci mettiamo a fare il Cencelli, ci aspettiamo che non lo facciano nemmeno gli alleati”. Insomma, nessuna intenzione di rinunciare a guidare anche le grandi Regioni del Nord.

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