Terra viva: mobilitazione, da Ue colpo devastante ad agricoltura

Terra viva: mobilitazione, da Ue colpo devastante ad agricoltura

Roma, 17 lug. (askanews) – “La proposta avanzata dalla Commissione europea sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 rappresenta un attacco diretto e inaccettabile al cuore dell’agricoltura europea”. Ad affermarlo è il presidente nazionale dell’associazione cislina Terra Viva Claudio Risso, che chiede a tutte le forze politiche italiane, alle associazioni di categoria, ai rappresentanti del Parlamento europeo, “di opporsi con decisione a questa proposta che colpisce al cuore il lavoro agricolo”. E annuncia “a partire da oggi una mobilitazione nazionale ed europea per fermare questa deriva”.

“Al ministero dell’Agricoltura italiano – prosegue – chiediamo di attivarsi immediatamente: non è accettabile che si discuta del futuro dell’agricoltura europea senza una presa di posizione netta da parte dell’Italia. È tempo di trattare, di fare fronte comune, di difendere gli agricoltori italiani ed europei da un futuro di marginalità e di incertezza. Terra Viva non resterà a guardare. Se l’Europa sceglierà la via del taglio alle campagne, noi risponderemo con forza, determinazione e proposte alternative, mettendo al centro il lavoro agricolo, la sovranità alimentare e la giustizia sociale nei territori”.

Secondo Risso, “dietro la retorica della semplificazione e dell’integrazione, si cela una riduzione secca del 20% delle risorse destinate alla PAC, con conseguenze potenzialmente disastrose per milioni di agricoltori, soprattutto quelli delle aree interne, rurali e più fragili del continente”. “Il nuovo Fondo europeo per la prosperità e la sicurezza economica, territoriale, sociale, rurale e marittima sostenibile, che accorpa in un unico contenitore – aggiunge – oltre 540 programmi tra cui PAC, Coesione, Fondo Sociale, Politica della Pesca e Fondo per il Clima, rischia di diventare una macchina burocratica centralizzata e distante dai bisogni reali dei territori. Soprattutto, diventa lo strumento tecnico per disinnescare progressivamente la centralità della politica agricola comune, svuotandola di risorse, visione e autonomia”.

Per il sindacato questa impostazione di fatto apre la strada a un ridimensionamento storico del sostegno pubblico al settore agricolo: “una PAC accorpata e depotenziata, gestita attraverso vaghi piani di partenariato nazionali e regionali, significa meno garanzie per gli agricoltori, più discrezionalità politica, e un pericoloso allontanamento dai principi fondativi dell’Unione Europea: coesione, solidarietà, pari dignità tra territori”.

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