Tajani: “Europa politicamente debole, serve un salto di qualità”

Tajani: “Europa politicamente debole, serve un salto di qualità”

“Deve coinvolgere tutti i popoli europei”

Roma, 22 ago. (askanews) – “L’Europa è politicamente debole” e deve “fare un salto di qualità”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento all’incontro Percorsi per la pace al Meeting di Rimini.

“L’Europa ha un ruolo che dovrebbe svolgere, quello di essere una voce unica per portare un messaggio di pace. Perchè d’altronde l’Ue è nata per impedire che si ripetesse quello che è successo con la Prima e la Seconda guerra mondiale. Quindi nel dna dell’Ue c’è la pace”, ha sottolineato il titolare della Farnesina, “De Gasperi, Schuman e Adenauer a questo pensavano e questo bisogna continuare, non è che dobbiamo dimenticarci le nostre radici. L’Europa però spesso è troppo debole, perchè non ha strumenti abbastanza efficaci, non ha neanche strumenti militari…Dovrebbe essere in grado di dare dei segnali e di condizionare alcune scelte, soprattutto nelle aree del Mediterraneo e soprattutto nelle aree più a noi vicine da un punto di vista geografico. Purtroppo l’Europa ancora non è un stato federale, ma un insieme di stati che spesso continuano a voler agire per conto proprio senza cercare di mettere a sistema le loro forze e le loro potenzialità. Per questo l’Europa è politicamente debole, bisogna fare un salto di qualità e non so se ci riusciremo”.

“Quando dico – ha aggiunto Tajani – che bisogna passare dal voto all’unanimità a quello a maggioranza, lo dico perchè se si devono fare scelte politiche coraggiose bisogna che le scelte vengano fatte senza che uno blocchi la volontà di tutti. Quando dico che il parlamento europeo deve avere potere legislativo, dico che deve essere anche un’Europa più democratica, quindi con il coinvolgimento di tutti i popoli europei. Quando dico che la Bce non deve preoccuparsi solo dell’inflazione, ma dovrebbe preoccuparsi di usare la moneta anche per la crescita, dico che serve un’Europa diversa. Tutto questo, insieme con altre cose, a volte mi fa passare quasi per un pericoloso anti-italiano. Tanto perchè si sappia, sono figlio di un ufficiale dell’esercito, sono cresciuto in caserma, la prima cosa che mi hanno insegnato è stato disegnare la bandiera tricolore: quindi io tutto sono, tranne che anti-italiano. Però devo anche capire qual è il modo migliore, se sono un patriota italiano, per tutelare l’interesse della mia patria. La mia patria non è soltanto la bandiera, sono i 60 milioni di italiani: il modo migliore per essere patriota è quello di essere parte di un disegno più ampio”.

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