Tajani a Conferenza su Gaza: “Italia pronta a fare la sua parte”
Aiuti sanitari a civili. Sì a pause umanitarie, no a cessate il fuoco
Parigi, 9 nov. (askanews) – Una nave logistica con assetti sanitari, la possibilità di invio di un ospedale da campo, la disponibilità ad accogliere bambini palestinesi che necessitano di cure nei centri ospedalieri del nostro Paese. L’Italia “è pronta a fare la sua parte” e a “rafforzare ulteriormente” le sue “attività umanitarie” per la popolazione civile di Gaza, ha confermato oggi Antonio Tajani a Parigi, intervenendo alla Conferenza internazionale sugli aiuti ai civili palestinesi della Striscia, promossa dal presidente Emmanuel Macron. “È imperativo proteggere tutti i civili in ogni momento, nel rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale”, ha detto il ministro, insistendo sulla necessità di distinguere tra Hamas, che ha la “responsabilità chiara” dell’escalation militare in corso e la popolazione dell’enclave.
Hamas “è un’organizzazione terroristica, il peggior nemico dei palestinesi. E noi siaamo amici di Israele e dei palestinesi, mentre siamo nemici di Hamas”, ha precisato Tajani, insistendo sulle “chiare responsabilità” del gruppo estremista sull’escalation militare con lo Stato ebraico. “Hamas e la sua ideologia fanatica non rappresentano la popolazione palestinese”, ha chiarito, e dunque “la nostra posizione deve riflettere questo fatto in modo inequivocabile”. Un messaggio alle cancellerie di tutto il mondo, ma anche all’opinione pubblica. “In Italia mi pare che anche dai dibattiti parlamentari è emersa una condanna unanime di Hamas, mi sembra che in tutte le forze ci possano essere sfumature diverse nei confronti di Israele ma sarebbe folle pensare che ci possa essere qualcuno che ancora pensa di favorire rigurgiti antisemiti”, ha chiarito il ministro. “Ci saranno frange estremiste che non condannano Hamas, ma questo rappresenta un grave errore, è come non condannare le BR durante gli anni 70”.
Quanto agli aiuti, il Governo italiano, ha confermato Tajani alla Conferenza, ha già inviato una nave” logistica con assetti sanitari, partita dal porto di Civitavecchia, “una nave militare per aiutare a curare i feriti”. Il nostro Paese potrà anche inviare “un ospedale militare”: “stiamo discutendo con le autorità americane ed egiziane” su questo, ha commentato. Secondo il ministro, è necessario “assolutamente” aiutare i poveri palestinesi che non sono Hamas. Un messaggio che non è solo italiano, ma di tutta l’Europa e del G7, che sugli aiuti umanitari hanno “già mandato un messaggio chiaro”, ha sottolineato, insistendo sulla necessità che “la porta di Rafah rimanga aperta il più possibile per permettere l’ingresso ai camion con i beni di prima necessità”.
Il ministro ha quindi ribadito l’esigenza di “continuare a lavorare per realizzare pause umanitarie” allo scopo di “consentire un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli” alla Striscia di Gaza. Ma “la creazione di corridoi umanitari stabili e affidabili per l’ingresso degli aiuti a Gaza e l’uscita dei feriti richiede un grande sforzo di coordinamento internazionale”, ha avvertito il ministro, che ha confermato il sostegno del Governo italiano a “pause umanitarie” capaci di agevolare l’assistenza ai civili. “Non può esserci un cessate il fuoco, quando Hamas continua a lanciare missili su Israele”, ha però avvertito, perché “dobbiamo anche tutelare la popolazione civile israeliana”, con “l’obiettivo finale di raggiungere la pace”.
E da questo punto di vista continua ad essere di “vitale importanza” proseguire il dialogo con l’Anp, “l’unico interlocutore” possibile. “Ho detto al premier palestinese che è l’unica autorità che riconosciamo, con la quale costruire un percorso dei due Stati”, ha commentato Tajani. La ripresa di un processo politico è “l’unica prospettiva credibile per una soluzione duratura allacrisi”. Per questo è essenziale “rinvigorire le aspirazioni per la creazione di due Stati” che coesistano nel riconoscimento reciproco e nel rispetto dei diritti fondamentali: il diritto del popolo palestinese ad avere il proprio paese e il diritto di Israele ad esistere e prosperare in pace e sicurezza”. E l’Italia, che avrà la presidenza del G7 nel 2024, anche su questo è “pronta a fare la sua parte”. (di Corrado Accaputo)