Svizzera, scontro su bonus e salari degli ex manager Credit Suisse

Svizzera, scontro su bonus e salari degli ex manager Credit Suisse

Roma, 23 mag. (askanews) – “Volano stracci”, o poco ci manca, in Svizzera, tra governo e magistratura amministrativa sul nodo di bonus e retribuzioni degli ex manager del Credit Suisse, salvata dal tracollo oltre due anni fa – era io marzo del 2023 – mediante una acquisizione da parte della connazionale rivale Ubs, operazione pilotata in tutta fretta dalle autorità.

Il Dipartimento federale delle finanze ha diramato una comunicazione in cui “contesta la decisione del Tribunale amministrativo federale (Taf)”, l’equivalente elvetico dei Tar, che ha dichiarato “illecite la riduzione e la soppressione delle retribuzioni variabili di ex dirigenti di Credit Suisse”. Ha quindi deciso presentare ricorso presso il Tribunale federale, che dovrà pronunciare una decisione di ultima istanza.

Il Dipartimento delle finanze ricorda che all’epoca dei fatti era stato incaricato di disporre, sulla base della legge sulle banche, “misure concernenti le retribuzioni. A questo proposito ha incaricato Credit Suisse di ridurre e, in determinati casi, di sopprimere i versamenti delle retribuzioni variabili ad alcuni suoi dirigenti”.

Ma in una recente sentenza, il Tribunale amministrativo elvetico “ha accolto il ricorso di numerosi dirigenti, considerando illecite, nonché revocando, la riduzione e la soppressione definitive dei bonus”.

Il governo “ritiene che il Taf non abbia preso in considerazione degli aspetti essenziali nell’interpretazione delle basi legali – si legge – in particolare non tenendo conto delle circostanze straordinarie non prevedibili dal legislatore legate all’acquisizione di Credit Suisse”.

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