Sinner: “Match difficile, ma sono riuscito a trovare delle soluzioni”
“Giocavo trovando soluzioni ai problemi”
Roma, 13 apr. (askanews) – “Non è mai bello trovarsi a un punto della sconfitta. Non sei messo bene quando arrivi lì. A prescindere dal match-point la partita era difficile, ma sono riuscito a trovare delle soluzioni ai problemi che mi ha posto il mio avversario. Ne abbiamo parlato nello spogliatoio con Hubert, nel match-point ho mosso prima io il gioco, ma poteva finire in ogni modo. Sul mio set-point ho indovinato il fatto di andare sul diritto”. Lo ha detto Jannik Sinner commentando il successo sull’avversario amico, il polacco Hubert Hurkacz battuto in rimonta: “I campi? Sono abbastanza veloci, come testimoniano anche gli altri risultati, per esempio con Struff che batte Ruud. Ci si deve adattare, devi prendere le chance che uno ti dà”. “Quando lui serve bene non c’è molto da fare, provi a giocarti la tua chance sperando magari che metta una seconda o che faccia un errore. Fino al set e break sotto non ho avuto occasioni importanti. Ma oggi in generale ho risposto bene sulla seconda: la tattica era di stare vicino al campo perché temevo facesse serve&volley. Dal secondo set in poi le chance che ho avuto le ho prese. E nel terzo ho capito che già all’inizio il momento era importante, il break iniziale mi ha avviato verso la vittoria”. Per Sinner, ora, il vincente della sfida tra Djokovic e Musetti. “Non voglio parlare troppo di Novak, per rispetto di Musetti. Ma di sicuro oggi ci conosciamo meglio di prima, sia dentro sia fuori dal campo. Parliamo soprattutto di tennis, ma anche di altro, per esempio di Milan e di basket. Inutile dire che è uno dei più grandi della storia. Nel caso sarebbe un match durissimo, come sempre contro di lui”. Su quella dichiarazione di Nole, che vedeva in lui uno dei prossimi Big 3, Jannik frena. “I prossimi big 3? Non so se saremo io, Alcaraz e Rune, perché in realtà ci sono tanti altri giocatori che possono inserirsi per il vertice, come per esempio Lorenzo Musetti. Oppure qualcuno della generazione prima della nostra, dunque Medvedev, Zverev o altri della loro età. Non guardo troppo al futuro, non mi piace fare previsioni. L’importante è continuare a lavorare duramente per cercare di arrivare ai risultati che contano”. (foto brigitte grassotti)