
Serpillo (Uci): rinnovabili, serve piano nazionale per aree idonee
Roma, 18 giu. (askanews) – “Parlare di transizione energetica senza una regia nazionale è come costruire una casa senza fondamenta. L’Italia non può permettersi di inseguire la sostenibilità in modo disordinato, con impianti a pioggia e territori lasciati soli davanti a scelte complesse. Serve subito un Piano nazionale per le aree idonee che garantisca sviluppo, tutela del paesaggio e rispetto delle comunità rurali”. Così in una nota Mario Serpillo, presidente dell’Uci – Unione Coltivatori Italiani, intervenendo nel dibattito nazionale sulla transizione energetica alla luce dei più recenti dati internazionali e delle misure adottate dal Governo.
“Il nuovo rapporto Lazard – spiega Serpillo – ci dice che il fotovoltaico e l’eolico onshore sono oggi le fonti di energia più economiche da realizzare. Il costo del fotovoltaico su larga scala è diminuito dell’84% rispetto al 2009, quello dell’eolico del 55%, mentre il nucleare è cresciuto del 47%, fino ad arrivare oggi a 180 dollari per megawattora. Non c’è più dubbio: il futuro è nell’energia rinnovabile, anche per ragioni di convenienza economica, oltre che ambientale”.
Il presidente dell’Uci sottolinea però che l’Italia non può ridurre la transizione a una semplice corsa agli impianti: “bisogna fare attenzione a non trasformare la campagna italiana in un grande cantiere permanente. Ogni decisione deve essere il frutto di un’istruttoria accurata, che consideri il valore agricolo, paesaggistico e ambientale dei territori”.
Per quanto riguarda il Piano Sociale per il Clima, attualmente in consultazione da parte del ministero dell’Ambiente, per Serpillo “è una misura ambiziosa, che affronta con serietà il nodo della povertà energetica. È un primo passo importante, che dimostra come la transizione può e deve essere anche un’occasione di giustizia sociale”.
Sul fronte degli strumenti di pianificazione, il presidente dell’Uci riconosce i passi avanti: “la Piattaforma delle Aree Idonee e la mappa delle zone di accelerazione messe a disposizione dal GSE sono strumenti importanti. Ma un portale non sostituisce la politica. Serve un processo di confronto con le Regioni, con gli agricoltori, con i cittadini. Serve partecipazione e trasparenza”. Infine, Serpillo commenta l’inclusione delle aree industriali tra le nuove zone di accelerazione, prevista dal recente Decreto Infrastrutture: “è una scelta sensata, a patto che non si trasformi in una scorciatoia. Ogni progetto deve essere compatibile con l’identità del territorio e non può essere imposto dall’alto”.