
Separazione carriere, Renzi: è regolamento conti ‘toghe brune’
Milano, 22 lug. (askanews) – “Siamo favorevoli alla separazione delle carriere, non siamo favorevoli a una riforma che è poco più di una bandierina. Lo slogan funziona, molti di noi siamo sempre stati a favore ma chi vede la norma sa che non risolve nessuno dei problemi della giustizia di cui il Paese soffre”. Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi, intervenendo in Aula al Senato in dichairazione di voto sulla riforma che introduce la separazione delle carriere in magistratura.
“Dite che volete ridare centralità alla politica, con una riforma scritta da magistrati, vidimata dal magistrato in capo il sottosegretario Mantovano, e che impedisce ai parlamentari, anche di maggioranza, di mettere bocca. Una riforma imposta dagli uffici, non discussa da nessuno, e approvata senza che venga emendato un solo comma. Dove è il ruolo dei parlamentari? Mai c’è stata una tale invasione di campo della magistratura nella politica”, accusa Renzi. Che osserva: “Ma sono i ‘vostri’ giudici. E nella prossima legislatura, quando sarete minoranza, vi pentirete amaramente. Io non ho fatto la guerra alle toghe rosse per dare potere alle toghe brune. È un’operazione di potere interno alla magistratura, da Mantovano alla capo di gabinetto di via Arenula Giusy Bartolozzi: state regolando i conti con l’altra parte della magistratura. Del resto Meloni è sempre stata giustizialista con gli avversari: è quella di Bibbiano, quella di Open… Non sa cosa è il garantismo, tranne quando riguarda i suoi amici”.
E poi Renzi si rivolge direttamente a Nordio: “Ma lei, ministro Nordio, se vuole davvero essere coerente con la separazione delle carriere, inizi a separare la sua carriera da quella della sua capo di gabinetto che è la vera leader del suo dicastero. Su Almasri ha deciso il capo magistrato a palazzo Chigi, lei fa lo smart working… Ma su Almasri o lei ha mentito o la capo di gabinetto le ha nascosto le informazioni. Se ha mentito si dimetta, altrimenti cacci la Bartolozzi. Tertium non datur, non si può far finta di niente”.