Save the Children: la povertà penalizza le aspirazioni degli adolescenti

Save the Children: la povertà penalizza le aspirazioni degli adolescenti

“Futuro dei giovani è l’investimento più importante per lo sviluppo”

Roma, 30 mag. (askanews) – Quasi un adolescente su dieci in Italia (9,4%) tra i 15 e i 16 anni, pari a più di centomila ragazze e ragazzi, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Quasi uno su quattro (23,9%) inizia l’anno scolastico senza avere tutti i libri e il materiale necessario e il 24% ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici. Il 37,7% degli adolescenti vede i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9% racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti. Il 43,7% dei 15-16enni intervistati aiuta la famiglia ad affrontare le spese, cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa (uno su due ha meno di 16 anni).

Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca Domani (Im)possibili di Save the Children, presentata oggi nel corso dell’apertura di “IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza organizzata da Save the Children. L’evento, in corso oggi e domani a Roma presso l’Acquario Romano, intende coinvolgere il mondo della politica, dell’economia e dell’impresa, della cultura, del terzo settore, per rendere possibile ciò che oggi sembra non esserlo: investire nel più importante capitale che abbiamo, l’infanzia e i giovani, affinché siano un volano per lo sviluppo delle società.

Secondo la ricerca, la condizione di povertà economica grava pesantemente sulle aspettative di vita degli adolescenti. Se le “aspirazioni” per il futuro risultano essere piuttosto uniformi tra tutti i ragazzi e le ragazze, le “aspettative” (cioè gli obiettivi che si ritiene verosimilmente di poter raggiungere) divergono e il quadro cambia drasticamente.

Più di un ragazzo su 4 in condizioni di grave deprivazione materiale afferma che non finirà la scuola e andrà a lavorare, a fronte dell’8,9% dei coetanei. Il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione. Andando ad analizzare lo scarto tra le aspirazioni e le aspettative concrete, spiega ancora il rapporto di Save the Children, colpisce la consapevolezza dei ragazzi che vivono in condizioni di disagio economico circa gli ostacoli che dovranno affrontare nel loro accesso al mondo del lavoro. Il gap tra aspirazioni e aspettative concrete di avere un lavoro ben retribuito è infatti molto maggiore per questi ragazzi rispetto ai coetanei che vivono in condizioni economiche migliori.

Se per questi ultimi, lo scarto è di 17,6 punti percentuali, per i più svantaggiati la forbice raggiunge i 56,4 punti percentuali, a testimoniare quanto la povertà possa generare frustrazione e gravare negativamente sui percorsi di vita.

“A causa di una grave ingiustizia generazionale, in Italia sono proprio i giovani i più colpiti dalla povertà. Ascoltando la voce dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo rilevato che questa condizione incide non solo sul loro presente, ma chiude le loro aspettative per il futuro”, ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children: “È inaccettabile vedere adolescenti in condizioni di grave deprivazione economica, già consapevoli di fronte agli ostacoli da superare per trasformare le loro aspirazioni in un concreto progetto di vita. Ragazze e ragazzi che pensano di dover lasciare la scuola per andare a lavorare, temono di non potersi permettere l’università e di non ottenere domani un lavoro dignitoso. È un allarme che non deve rimanere inascoltato. Per affrontare queste gravi disuguaglianze è indispensabile un intervento strategico di contrasto alla povertà minorile, che comprenda un sostegno adeguato alle famiglie e il potenziamento strutturale dell’offerta educativa, scolastica ed extrascolastica. Il tema del futuro dei più giovani va messo al centro delle scelte economiche del Paese. Con la consapevolezza che è l’investimento più importante per lo sviluppo. Siamo alla vigilia delle elezioni europee e ai candidati chiediamo che la lotta contro la povertà delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie sia una priorità della politica, anche attraverso il sostegno alla misura europea della Child Guarantee, con un finanziamento adeguato e l’impegno per la sua attuazione”, ha concluso.

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