Sanità digitale, XTE: dispositivo wearable e centrale operativa

Sanità digitale, XTE: dispositivo wearable e centrale operativa

Sistema italiano testato sulla Iss, integrato nella tuta di Villadei

Roma, 30 mag. (askanews) – Un controllo continuo grazie ad una piattaforma di ultima generazione che permette di monitorare, attraverso un dispositivo wearable, i parametri fisiologici individuali in maniera costante e una centrale operativa di ascolto attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7 con medici e personale infermieristico a disposizione in grado di sorvegliare attivamente i pazienti, garantendo quindi controllo, assistenza e prevenzione a domicilio o nelle strutture sanitarie territoriali.

Il nuovo modello operativo XTE, interamente made in Italy, è stato presentato presso il Centro Congressi “La Nuvola” a Roma, nell’ambito del più importante evento europeo nel settore della sanità digitale, HIMSS (Healthcare Information and Management Systems Society), l’organizzazione leader mondiale impegnata a riformare l’ecosistema sanitario globale attraverso il potere dell’informazione e della tecnologia.

Il modello di servizi offerti da XTE è basato su una piattaforma gestionale di ultimissima generazione, certificata come software medicale (SaMD), e un dispositivo medicale indossabile, anch’esso certificato (Med Ila) e validato dal Ministero della Salute.

“L’unicità innovativa del progetto, apprezzata molto dal Ministro della Salute Orazio Schillaci anche per la tecnologia completamente made in Italy, – ha dichiarato Riccardo Starace, Amministratore Delegato di Seven Holding, che controlla undici società impegnate in ambito sociosanitario e produttrice di XTE – consiste nella costante interazione tra pubblico e privato in grado di garantire un nuovo modello di approccio all’erogazione di assistenza personalizzata anche specialistica con sistemi tecnologici innovativi. L’integrazione di setting assistenziali diversi, centrale di ascolto, telemedicina, televisite, assistenza domiciliare e servizi poliambulatoriali, rivoluziona l’approccio dell’assistenza sanitaria. Abbiamo ancora una visione ospedale-centrica, per qualsiasi problema di salute siamo abituati a rivolgerci a strutture sanitarie, a medici di famiglia o alla rete dell’emergenza-urgenza, ma la digitalizzazione dei sistemi ci può aiutare in una valutazione del paziente a domicilio, riducendo il carico per il sistema ospedaliero e gli accessi non necessari dei pazienti cronici ai pronto soccorso”.

“La disponibilità di una centrale di ascolto operativa h24 – prosegue Starace – garantirà, infatti, la presa in carico del paziente nella propria casa attraverso sistemi digitali di telemedicina e permetterà di seguire il percorso di prevenzione e cura attraverso il monitoraggio dei parametri di salute nonché la possibilità di prenotare check up annuali o pacchetti sanitari in strutture convenzionate sul territorio con anche il supporto delle farmacie territoriali”.

“Vorremmo metterci a disposizione del pubblico con un progetto pilota a supporto della sanità – ha annunciato ad askanews Starace a margine della presentazione – inserendo il nostro sistema nella rete dei medici di base, per far sì che possano fruire a titolo gratuito del servizio. Abbiamo una tecnologia innovativa, unica nel suo genere in Italia e all’estero, già utilizzabile e ci piacerebbe metterla a disposizione per testarla e capire se possiamo contribuire a diminuire gli accessi inopportuni ai pronto soccorso ed evitare l’ospedalizzazione dei malati cronici che in molti casi potrebbero essere seguiti a domicilio”. Il sistema oggi fa riferimento al privato ma Starace vede la “possibilità di un’interazione costruttiva tra pubblico e privato” anche in considerazione del fatto che il sistema sanitario pubblico ha tra i suoi obiettivi “lo sviluppo della telemedicina e il ricorso al digitale”.

La Centrale Operativa è già in grado di valutare diversi parametri fisiologici (frequenza cardiaca, saturazione, temperatura, pressione, variabilità della frequenza cardiaca, idratazione, atti respiratori, cadute), importanti per capire lo stato di salute. Molti altri sono in fase di sviluppo e di validazione clinica e saranno disponibili sullo stesso dispositivo non appena ottenuta la certificazione medicale. Tutte le rilevazioni sono eseguite automaticamente, senza richiedere l’intervento di personale specializzato, né la partecipazione dell’utilizzatore, in maniera completamente non invasiva.

Le tecnologie XTE hanno superato anche il severo esame di qualificazione per l’utilizzo sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), integrate nella tuta spaziale (SFS2) prodotta da SpaceWare e indossata dal Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei durante la missione spaziale AX-3. II dispositivo ha monitorato i parametri di salute dell’astronauta, rilevando le sue condizioni durante la missione, partita il 17 gennaio scorso e durata 19 giorni. Alla base delle proposte di XTE c’è l’attività di Ricerca e Sviluppo realizzata da Advanced Processing, startup innovativa italiana, coordinata dal ricercatore e fisico Raffaele Ciavarella.

“Contiamo di continuare a fare ricerca anche per sviluppi in ambito spaziale, – ha detto ancora Starace ad askanews – il nostro centro di ricerca non si pone limiti, abbiamo delle vere eccellenze a cominciare dal direttore del centro il prof. Raffaele Ciavarella. Quindi il nostro obiettivo è continuare a supportare la ricerca anche in questo ambito”.

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