
Russia, l’ex ministro dei trasporti morto suicida. Putin l’aveva appena rimosso
Roma, 7 lug. (askanews) – Secondo quanto riporta Ria Novosti, Roman Starovoit si sarebbe suicidato oggi. Starovoit era stato rimosso oggi da Vladimir Putin dall’incarico di ministro dei Trasporti. Il suo corpo senza vita sarebbe stato ritrovato a Odintsovo, nei pressi di Mosca.
Poco prima il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato un decreto con cui solleva Roman Starovojt dall’incarico di ministro dei Trasporti della Russia. Come riferisce il portale ufficiale per la pubblicazione degli atti normativi. “Sollevare Roman Vladimirovic Starovojt dall’incarico di Ministro dei Trasporti della Federazione Russa. Il presente decreto entra in vigore dal giorno della sua firma”, si legge nel testo. Secondo fonti citate da Vedomosti, il cambio alla guida del ministero era in preparazione da diversi mesi.
Il Comitato Investigativo russo hanno confermato che il corpo dell’ex ministro dei trasporti, Roman Starovoit, è stato trovato a Odintsovo, vicino Mosca, nella sua auto, con una ferita letale da arma da fuoco, e accanto al corpo l’arma. Come ha appreso “Kommersant”, contro Starovoit sono state rese dichiarazioni da imputati in un caso di appropriazione indebita di almeno 1 miliardo di rubli, stanziati per la costruzione di strutture difensive al confine con l’Ucraina. Tra coloro che hanno testimoniato figura anche l’ex governatore della regione di Kursk, Aleksej Smirnov. Roman Starovoit ha ricoperto la carica di governatore della regione di Kursk da ottobre 2018 a maggio 2024. A succedergli fu proprio Smirnov, arrestato nell’aprile scorso con l’accusa di tangenti relative alla costruzione di fortificazioni al confine con l’Ucraina.
La difesa dell’ex governatore della regione russa di Kursk, Alexei Smirnov, non ha commentato le notizie di stampa secondo cui avrebbe testimoniato contro l’ex ministro dei Trasporti russo Roman Starovoit nell’ambito di un caso di furto di fondi destinati alla fortificazione della regione.
L’avvocato di Smirnov, Sergei Bushin, ha dichiarato alle agenzie di stampa russe di “non essere a conoscenza” e “di non poter commentare”. Nel frattempo, la portavoce del Comitato investigativo russo, Svetlana Petrenko, ha ribadito la tesi del suicidio.