Ratifica accordo Italia-Albania blindata, domani disco verde Camera
La minoranza protesta contro “diktat Palazzo Chigi” e si iscrive in massa. La maggioranza fa muro
Roma, 23 gen. (askanews) – Si sono svolte nell’aula della Camera, le votazioni sugli emendamenti al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania che punta a costruire, nel territorio albanese e sotto la gestione italiana, due centri per migranti. Governo e maggioranza hanno dato parere negativo alle 90 proposte di modifica delle opposizioni. Il testo è blindato e nessuna richiesta di modifica è arrivata dal centrodestra che, su questi temi, conferma assoluta compattezza.
Dopo la bocciatura delle pregiudiziali costituzionali e di merito e la questione sospensiva depositate dalle opposizioni, i deputati di minoranza hanno preso la parola in massa sul merito dei singoli emendamenti. I tempi per ogni gruppo erano contingentati, ostacolo aggirato in parte con interventi a titolo personale. Il prosieguo e il voto finale sul provvedimento sono dunque slittati a domani mattina. In aula erano presenti circa 280 deputati su 400 (quasi 100 in missione).
Tra le proposte di modifica bocciate il coinvolgimento del Parlamento nell’eventuale rinnovo del protocollo, la previsione nei centri di un servizio di assistenza psicologica e quella di un rappresentante del Garante nazionale dei diritti delle persone private delle libertà personali. Respinto anche un testo del Pd in cui si chiedeva di mettere “nero su bianco” che nelle strutture in Albania potessero essere condotti migranti solo nel caso in cui il trasporto verso il territorio albanese non comportasse “un evidente ritardo nell’espletamento dei soccorsi” e di prevedere l’esclusione “di minori non accompagnati, di donne incinte e di persone bisognose di cure urgenti ed essenziali e in generale di persone vulnerabili”.
Il dibattito su questo emendamento è durato circa un’ora in cui la minoranza ha accusato l’esecutivo di aver blindato il testo per un “diktat di Palazzo Chigi” e ha evidenziato come le rassicurazioni “a voce” fatte dai rappresentanti dell’esecutivo non possono bastare quando si tratta di “garantire i diritti umani” peraltro di “persone vulnerabili”.
A replicare il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli (Fdi), che ha respinto la richiesta di accantonare l’emendamento per “mantenere – ha detto – il testo snello e non appesantire norme che possono essere mese in campo in via secondaria”. Pochi gli interventi in aula della maggioranza. Alessandro Urzì (Fdi) ha sostenuto che l’obiettivo della minoranza “dal primo momento” è stato quello di ottenere il “rinvio del provvedimento. Noi invece – ha affermato – siamo chiamati a governare i fenomeni migratori e non più a subirli”.
Diametralmente opposto il giudizio sul protocollo e sul ddl di ratifica da parte delle opposizioni. “A 110 anni dalla campagna d’Albania del 1915-1918 e a 85 anni dall’occupazione del 1939 e dal successivo protettorato, alcuni esploratori italiani sono pronti a recarsi in Albania per fare sperimentazioni sulle politiche migratorie, cioè, tradotto, sulla pelle dei migranti. Non nel nostro nome, non nel nome dell’Italia fondata sulla Costituzione” (Paolo Ciani del Pd); “l’unica cosa storica che state facendo è il disonore con il quale state coprendo il nostro Paese per questo provvedimento indegno” (il Dem Matteo Orfini); con il protocollo “comincia la campagna elettorale della Meloni” che costerà agli italiani “milioni di euro per ospitare al massimo 720 persone al mese: un numero infinitesimale rispetto a oltre 150 mila migranti sbarcati in Italia nel 2023” (Alfonso Colucci dei Cinque Stelle). E ancora: “a voi interessa la photo opportunity prima delle elezioni europee” e non quello che succederà il “giorno dopo” ai migranti ma anche “agli agenti della Polizia penitenziaria, i responsabili del centro, gli operatori sanitari” (Maria Elena Boschi). “Vi preparate, cinicamente e consapevolmente, a scaricare vite di persone in carne e ossa in una condizione in cui è evidente che i loro diritti fondamentali saranno sistematicamente violati” spendendo una “valanga di quattrini” (Nicola Fratoianni, Avs); un castello di carte fuori dal diritto”, un’operazione “inutile perché non aumenteranno i rimpatri, costosissima, disumana” (Riccardo Magi di +Europa).