Proteste agricoltori Ue a Bruxelles, in piazza anche Coldiretti

Proteste agricoltori Ue a Bruxelles, in piazza anche Coldiretti

Prandini: stop import sleale, no accordo Mercosur, più fondi Pac

Roma, 1 feb. (askanews) – C’è anche la Coldiretti oggi in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo a Bruxelles, dove in concomitanza con il Vertice straordinario dell’Ue sul bilancio e sugli aiuti all’Ucraina, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni, si sta tenendo una grande manifestazione di protesta degli agricoltori europei, che da stamattina con i trattori hanno paralizzato la capitale belga. La protesta, che da settimane va in scena in tutta Europa, è contro le politiche della Pac e il Green Deal e ha generato anche alcuni momenti di tensione nei pressi della sede del Parlamento Europeo.

Le motivazioni alla base del forte scontento degli agricoltori sono spiegate dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole”.

Per Coldiretti, gli accordi commerciali occorre garantire il principio di reciprocità e in tale ottica è positivo l’annuncio della Commissione Ue sul fatto che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.

Gli agricoltori italiani ed europei chiedono quini di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea, assicurando più fondi alla Politica agricola comune.

“Serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac) per invertire la rotta rispetto alle follie dell’Ue – ha aggiunto Prandini – poiché non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare. In occasione della crisi Ucraina avevamo ottenuto una deroga, e la nuova bozza di deroga che la Commissione sta proponendo va corretta perché contiene troppi vincoli. È ora che l’obbligo venga eliminato definitivamente”, ha aggiunto riferendosi alla tardiva proposta della Commissione Ue sui terreni a riposo arrivata proprio ieri, alla vigilia della manifestazione.

“Al presidente Meloni chiediamo di continuare a tutelare gli agricoltori italiani – ha concluso Prandini – portando in Europa le nostre ragioni. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato”.

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