Pikes Peak, ecco la montagna che ispirò “America the Beautiful”

Colorado Springs (Colorado), 19 giu. (askanews) – Garden of the Gods (il Giardino degli Dei) e Pikes Peak da Denver non sono semplicemente una gita piacevole, consigliata anche da Brand Usa, Visit Colorado e Visit Colorado Springs. Si tratta di un viaggio nelle bellezze naturali Usa che hanno saputo ispirare il testo dell’inno “America the Beautiful”. “Su quella montagna, nel 1893, una signora salì in carrozza fino alla cima, poi scese e scrisse una poesia. Quella poesia fu poi musicata e cantata da tutta l’America” spiega ad askanews Glenda Bauman, guida nel parco naturale, riferendosi ai versi di Katherine Lee Bates.

“È la canzone che oggi si intitola ‘America the Beautiful'” aggiunge. “Quindi il significato di queste montagne è davvero profondo, non solo per tutta l’America. È soprannominata ‘Montagna d’America’ proprio per questo motivo, perché la canzone America the Beautiful fu scritta dopo un viaggio in carrozza fino alla cima”.

Dopo essere arrivata in cima a Pikes Peak, in Colorado, la stessa Katherine Lee Bates raccontava di aver scritto di getto e particolarmente ispirata. “Per le maestose montagne viola, sopra la pianura fruttuosa” dice la canzone, diventata un inno americano e destinata a diventare metafora dell’intero paese.

Pikes Peak, la montagna d’America, è un maestoso punto di riferimento situato a Colorado Springs, Colorado. Con i suoi oltre 4.300 metri di altezza, affascina con la sua straordinaria bellezza e la sua presenza iconica.

Il testo di “America the Beautiful” apparve per la prima volta in forma cartacea sul settimanale The Congregationalist, il 4 luglio 1895. Fu scritto durante una serie di lezioni estive al Colorado College di Colorado Springs, nel 1893. “Fu allora, mentre ammiravo la distesa di fertile campagna che si estendeva così lontano sotto quei cieli immensi, che i versi iniziali dell’inno mi balenarono in mente. Quando lasciammo Colorado Springs, le quattro strofe furono annotate a matita sul mio taccuino, insieme con altri appunti, in versi e in prosa, del viaggio. …il taccuino fu messo da parte e non ricordo di aver prestato attenzione a questi versi fino alla seconda estate successiva, quando li copiai e li inviai a The Congregationalist, dove apparvero per la prima volta il 4 luglio 1895. L’inno attirò un’attenzione inaspettata. Fu quasi subito musicato da Silas G. Pratt. Mi arrivarono così tante richieste, con frequenza sempre crescente, che nel 1904 lo riscrissi, cercando di rendere la fraseologia più semplice e diretta”.

Oltre a semplificare la fraseologia e il testo, Bates apportò una modifica alla formulazione della terza strofa aggiungendo “beautiful”. La nuova versione fu pubblicata su The Boston Evening Transcript il 19 novembre 1904.

E un viaggio on the road, non troppo lungo, ispirato da ‘America the Beautiful’ può comprendere il meglio del meglio, visitando non solo Pikes Peak e il Giardino degli Dei ma anche alcuni dei quattro parchi nazionali del Colorado, stato che vanta anche un’effervescente comunità italoamericana, erede di chi emigrò per partecipare alla costruzione di quella che è ancora oggi la più importante democrazia al mondo.

Si parte da “i cieli spaziosi” citati da Katherine Lee Bates che sono quelli di Denver, prima guidando verso nord, a Estes Park, alle porte del Parco Nazionale delle Montagne Rocciose, attraversando campi color ambra lungo il percorso. Vette spettacolari che incarnano la maestosità di quelle “montagne viola”. Si possono ammirare dalla Trail Ridge Road prima di dirigersi a ovest attraverso il Grand Lake verso il Black Canyon di Gunnison, a sud verso Mesa Verde e poi a est verso le Great Sand Dunes, dove si possono ammirare le dune più alte del Nord America.

La costante è la vista mozzafiato di Pikes Peak durante il viaggio di ritorno e la meraviglia che ha saputo ispirare scrittori, artisti e appunto un inno nazionale.

(di Cristina Giuliano)