Pechino: su Taiwan chi gioca col fuoco si scotterà

Pechino: su Taiwan chi gioca col fuoco si scotterà

Qin Gang: non la Cina ma Taipei mette a rischio status quo

Roma, 21 apr. (askanews) – Chi “gioca con il fuoco sulla questione di Taiwan, si scotterà”. L’ha affermato oggi il ministro degli Esteri cinese Qin Gang, intervenendo a Shanghai al Lanting Forum con un discorso incentrato sul tema della “Modernizzazione in stile cinese”.

Qin ha fatto cenno al “transito” della presidente taiwanese Tsai Ing-wen negli Usa, dove avrebbe – a suo dire – “propagato apertamente le idee separatiste sulla cosiddetta ‘indipendenza di Taiwan’, cercando sostegno di forze anti-cinesi negli Stati uniti”. Qin ha inoltre negato che sia la Cina a voler “unilateralmente cambiare lo status quo nello Stretto di Taiwan attraverso la forza”, come affermato recentemente da “alcuni paesi”.

“La questione di Taiwan è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina e non saremo mai ambigui con chiunque voglia mettere in discussione il principio dell’Unica Cina, non ci tireremo mai indietro rispetto a chi voglia mettere in discussione la sovranità e la sicurezza della Cina: chiunque giochi con il fuoco sulla questione di Taiwan si scotterà”.

Qin ha affermato che il riassorbimento di Taiwan nella Cina è “parte integrante dell’ordine internazionale del secondo dopoguerra”. Oggi, ha continuato, “non è la Cina che mette in discussione le regole internazionali, cambia unilateralmente lo status quo e mina la stabilità nello Stretto di Taiwan, ma le forze separatiste per la cosiddetta ‘indipendenza di Taiwan’ e alcuni paesi che tentano di strumentalizzare l”indipendenza di Taiwan’. Si tratta, ha proseguiti, di tentativi per “per svuotare la Cina e ‘dividerla pacificamente’, per manomettere la storia della seconda guerra mondiale, per sovvertire l’ordine del dopoguerra e calpestare la sovranità cinese”.

Ma – ha detto ancora il ministro – “gli 1,4 miliardi di cinesi non sono d’accordo: una volta recuperata la terra della Cina, non sarà mai più persa. Una volta ristabilito l’ordine internazionale del dopoguerra, non sarà mai permesso che venga sovvertito.

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