Papa: ognuno diventi protagonista della ‘rivoluzione’ della cura

Papa: ognuno diventi protagonista della ‘rivoluzione’ della cura

Città del Vaticano, 10 lug. (askanews) – “Ogni parrocchia, ogni associazione, ogni gruppo ecclesiale è chiamato a diventare protagonista della ‘rivoluzione’ della gratitudine e della cura, da realizzare facendo visita frequentemente agli anziani, creando per loro e con loro reti di sostegno e di preghiera, intessendo relazioni che possano donare speranza e dignità a chi si sente dimenticato”. A chiederlo è Papa Leone nel suo Messaggio, reso noto oggi, in occasione della prossima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, giunta alla sua quinta edizione, voluta da Papa Francesco.

Una Giornata che si terrà il 27 luglio, sul tema “Beato chi non ha perduto la sua speranza”.

Guardando alle persone anziane anche nella prospettiva giubilare, scrive Papa Leone, “anche noi siamo chiamati a vivere con loro una liberazione, soprattutto dalla solitudine e dall’abbandono. Questo anno è il momento propizio per realizzarla: – aggiunge il Papa – la fedeltà di Dio alle sue promesse ci insegna che c’è una beatitudine nella vecchiaia, una gioia autenticamente evangelica, che ci chiede di abbattere i muri dell’indifferenza, nella quale gli anziani sono spesso rinchiusi”.

Papa Prevost fa poi notare come “le nostre società, ad ogni latitudine, si stanno abituando troppo spesso a lasciare che una parte così importante e ricca della loro compagine venga tenuta ai margini e dimenticata. Davanti a questa situazione, – è il suo invito – è necessario un cambio di passo, che testimoni un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la Chiesa”.

Questo nella consapevolezza che, scrive ancora il pontefice nel suo messaggio, se “è vero che la fragilità degli anziani necessita del vigore dei giovani, è altrettanto vero che l’inesperienza dei giovani ha bisogno della testimonianza degli anziani per progettare con saggezza l’avvenire”.

“Quanto spesso – conclude il Papa – i nostri nonni sono stati per noi esempio di fede e di devozione, di virtù civiche e impegno sociale, di memoria e di perseveranza nelle prove! Questa bella eredità, che ci hanno consegnato con speranza e amore, non sarà mai abbastanza, per noi, motivo di gratitudine e di coerenza”.

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