Ortofrutta, Confagricoltura: un settore in grave sofferenza
Bene sforzo ministrosu sviluppo ma servono urgenti misure efficaci
Roma, 25 ott. (askanews) – Bene lo sforzo del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha annunciato di voler pianificare lo sviluppo della filiera ortofrutticola, puntando in particolare su innovazione e ricerca, ma servono con urgenza misure efficaci per un settore che è in grave sofferenza. Così Confagricoltura all’indomani del tavolo sull’ortofrutta svoltosi al Masaf. “Nell’immediato, occorrono provvedimenti importanti – sottolinea l’associazione – così come è successo con il decreto ministeriale per gli agrumi. Molte aziende oggi lavorano in perdita. Il settore sta diventando estremamente vulnerabile. È evidente l’urgenza di interventi per garantire un futuro all’agricoltura e all’economia di molte regioni”.
A Bologna, due giorni fa, i frutticoltori sono scesi in piazza per sollecitare misure e garantire futuro ad uno dei più rilevanti comparti dell’agricoltura nazionale, che vale oltre 14 miliardi di euro e rappresenta il 25% dell’intero settore primario italiano. Per il Comitato direttivo di Confagricoltura, che all’indomani della riunione ha fatto un approfondimento sulla situazione del settore, “le priorità sono il ripristino della liquidità delle imprese, la realizzazione di un piano straordinario pluriennale di estirpazione e reimpianto per convertire la produzione frutticola verso specie e varietà più orientate al mercato e maggiormente adattate ai cambiamenti climatici, il miglioramento degli strumenti della gestione del rischio per tutelare il reddito degli agricoltori, aumentando i fondi per accrescere l’efficacia delle misure dedicate”.
Il quadro è molto complesso. Dopo due anni consecutivi in cui le gelate primaverili hanno compromesso buona parte dei raccolti in diverse regioni d’Italia, a fronte della diffusione di fitopatie difficili da contrastare, nell’ultimo anno i produttori hanno dovuto fare i conti con le gelate di aprile, le alluvioni di maggio, le alte temperature che si sono eccezionalmente protratte nel tempo, situazioni che hanno portato pesanti riduzioni delle quantità raccolte e commercializzate.
Ai danni climatici, ricorda Confagricoltura, si somma la dinamica dei costi di produzione che continua a mantenersi su livelli alti rispetto al passato e che in questi ultimi giorni, a causa dello scoppio del nuovo conflitto, sta portando a nuovi aumenti. C’è poi da evidenziare la carenza di manodopera, l’incremento dei tassi di interesse che riduce la propensione agli investimenti, una generale diminuzione del potere d’acquisto che sta ulteriormente riducendo i consumi delle famiglie, ormai su livelli preoccupanti da diverso tempo.
Le produzioni più in difficoltà sono pere, kiwi e agrumi. Nella sola Emilia-Romagna, negli ultimi 20 anni, la superficie frutticola è passata da 66mila a 44mila ettari. Soltanto le pere quest’anno hanno avuto una produzione inferiore del 60% rispetto al 2022.