Oicb: per zootecnia servono interprofessione e piano produttivo

Oicb: per zootecnia servono interprofessione e piano produttivo

Roma, 13 mag. (askanews) – Una strategia che rafforzi l’autosufficienza produttiva nazionale e che permetta il rilancio della settore. È la richiesta presentata alla riunione preliminare all’avvio del Tavolo Zootecnia Bovina da Carne convocata al Masa dall’organizzazione interprofessionale della Carne Bovina (Oicb), composta da Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani, Copagri, Uniceb, Assalzoo, Assograssi e Fiesa Confesercenti.

Durante l’incontro l’Oicb ha presentato al sottosegretario Patrizio La Pietra un’articolata riflessione sullo stato attuale della filiera, insieme a una serie di proposte operative e un quadro aggiornato sulle dinamiche del comparto.

Fortemente condizionata da fattori internazionali, sanitari e di mercato, la zootecnia bovina italiana da carne ha bisogno di un’azione strutturata. Azione che riduca l’attuale dipendenza dai ristalli esteri e soprattutto dalla Francia, con quasi 800.000 capi l’anno, e che reagisca agli effetti delle tensioni geopolitiche, delle emergenze sanitarie (Blue Tongue e Malattia emorragica epizootica) e della crescente competizione internazionale, in particolare nordafricana. Infatti, sebbene il mercato interno stia registrando un significativo aumento dei prezzi, la carenza di offerta e l’assenza di una filiera nazionale ben strutturata impediscono di cogliere appieno le opportunità di crescita.

Per l’Oicb sono due le priorità strategiche per il rilancio del settore. In primis, la costituzione di un’Organizzazione Interprofessionale nazionale della carne bovina realmente rappresentativa di tutte le componenti della filiera: dalla linea vacca-vitello all’ingrasso, dalla carne bianca alle vacche a fine carriera.

La seconda priorità esposta al tavolo ministeriale è un Piano nazionale per la crescita della linea vacca-vitello e dei ristalli nazionali, per il quale è necessaria l’attivazione di un progetto strutturato che aumenti la produzione interna. Ciò prevede anche interventi su selezione genetica, creazione di centri di raccolta e valorizzazione delle aziende presenti nelle aree interne del Paese, con particolare attenzione all’insediamento delle giovani generazioni.

L’obiettivo è ridurre la dipendenza dall’estero e invertire il trend negativo del tasso di autoapprovvigionamento, che per la prima volta dall’anno scorso è sceso sotto il 40%, con una perdita di 15% negli ultimi cinque anni.

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