Nato, Meloni: spesa al 5% carico di responsabilità ma sostenibile

Nato, Meloni: spesa al 5% carico di responsabilità ma sostenibile

Roma, 24 giu. (askanews) – Oggi questo governo “si assume la responsabilità di ritenere che sia arrivato il tempo di occuparci adeguatamente della nostra difesa e della nostra sicurezza. Come dicevo ieri citando Margaret Thatcher, non è che i nostri valori si difenderanno da soli” perché “sono cause giuste”, potremo difenderli solo “se noi abbiamo una difesa adeguata. E quella difesa secondo me è anche condizione essenziale per garantire e costruire la pace”. Nella replica seguita al dibattito nell’aula del Senato in vista del Consiglio Ue di giovedì e venerdì, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dato ampio spazio ai temi che saranno discussi, oltre che al Consiglio Ue, anche al summit della Nato che si è aperto ufficialmente questa mattina all’Aia, nei Paesi Bassi, e che questa sera – dopo il consueto pranzo di lavoro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale – la vedrà impegnata, insieme ai capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Alleanza atlantica, alla cena offerta dal re Guglielmo Alessandro e dalla regina Maxima al palazzo Huis ten Bosch, residenza ufficiale della famiglia reale dei Paesi Bassi.

La premier ha colto l’occasione di un intervento del senatore dem Graziano Delrio per replicare all’obiezione principale mossa dal Pd in queste settimane sul tema del riarmo Ue, quella secondo cui servirebbe una difesa europea e non rafforzare le difese di singoli stati. “Il sistema di difesa occidentale – ha sottolineato Meloni – è basato sulla Nato. E nella Nato non c’è un esercito della Nato ma ci sono eserciti nazionali che cooperano tra di loro. Io voglio una colonna europea della Nato, ma penso che sarebbe un errore pensare di costruire una difesa europea parallela a quella del sistema Nato. Sarebbe un’inutile duplicazione. Il sistema Nato è un sistema fondato sugli eserciti e sulla difesa nazionale e sulla capacità di cooperare. Poi certo che bisogna saper cooperare molto di più a livello europeo e su questo sono d’accordo”.

In merito all’aumento delle spese per la difesa al 5% del Pil, tema centrale del summit dell’Aia, “ci siamo impegnati – ha spiegato la premier – a rendere il percorso verso quell’aumento sostenibile, flessibile, credibile. L’impegno che i 32 membri della Nato si apprestano ad assumere è un impegno carico di responsabilità, anche alla luce di un contesto molto preoccupante come quello che stiamo vedendo in questi giorni”. “Sappiamo bene che questa esigenza deve inserirsi in maniera sostenibile con tutte le altre priorità del Governo e ritengo che abbiamo raggiunto questo risultato. L’aumento previsto in dieci anni è legato in maniera coerente ai nuovi obiettivi capacitativi che l’alleanza si è data per far fronte alle minacce, non impone alle nazioni percorsi obbligati, prevede una revisione nel 2029 per aggiustarlo, ovviamente anche sulla base delle necessità del futuro e quindi qui” sarebbe il caso “di fare un altro genere di riflessione. Il tema non è solamente ovviamente quanto investiamo, il tema è su che cosa investiamo. Ed lì che va fatta una riflessione perché gli scenari della difesa – ha sostenuto Meloni – stanno cambiando totalmente. In Ucraina i maggiori risultati che sono stati raggiunti dagli ucraini sono stati raggiunti con dei droni che costano 20 mila euro, più o meno. Ci sono nazioni che stanno lavorando sui robot, andiamo verso un tempo nel quale i dati rischiano di essere più pericolosi dei proiettili”, quindi “forse bisogna fare una riflessione seria su quale sia la difesa del futuro prima di rischiare di fare degli investimenti che sono legati a un’idea totalmente superata della difesa e questa è un’altra delle valutazioni che stiamo cercando di condividere con i nostri alleati”.

In ogni caso “negli accordi dei quali stiamo discutendo” in sede Nato, ha proseguito la presidente del Consiglio, “non si parla solo di spese militari ma anche, su spinta italiana, di spese per la sicurezza che significano difesa dei confini, lotta al terrorismo, minacce ibride, minacce cyber, infrastrutture critiche, resilienza, protezione civile, mobilità militare, ma anche innovazione e sviluppo tecnologico”.

Inoltre, in questo complicato quadro storico, secondo la premier, serve un’Alleanza “che sia in grado di allargare il suo orizzonte e particolarmente il fianco sud dell’alleanza che è quello sul quale l’Italia è maggiormente coinvolta e che è la ragione per la quale abbiamo detto anche che devono essere gli Stati membri a definire cosa considerino ‘sicurezza’ per i propri cittadini perché è ovvio che tra l’Italia e un paese baltico lo scenario di cosa sia sicurezza cambia completamente. Ci si deve affidare alla competenza degli Stati nazionali”.

Infine, in tema di industria europea della difesa, rispondendo al senatore del Pd Alessandro Alfieri che le aveva chiesto se l’Italia fosse disposta a comprare meno armi dagli americani in cambio dell’aumento delle spese per la difesa, la premier si è detta convinta che “nel momento in cui noi spendiamo maggiori risorse sulla difesa quelle risorse debbano andare prioritariamente ad aziende italiane. Dopodiché ci sono dei casi nei quali noi abbiamo delle aziende”, come Mbda, “che coinvolgono diversi paesi europei, ma la vera domanda è quanto le aziende italiane ed europee riescano a produrre. Questa è una delle altre materie sulle quali ci stiamo confrontando perché venendo da una situazione nella quale la difesa non è stata la priorità europea, oggi noi abbiamo un problema in questo senso. Quindi io sono favorevole a che le spese siano prioritariamente destinate alle aziende italiane, anche in via esclusiva se abbiamo le aziende che sono in grado di produrre, e quando questo non è possibile allora si lavora con gli alleati. Proprio perché parliamo di alleanza atlantica – ha concluso – credo che si debba avere anche la capacità, quando non siamo diciamo autosufficienti, di lavorare con gli altri”.

Tutti temi che, oltre ai dossier mediorientali e all’Ucraina, saranno affrontati nella riunione del Consiglio Atlantico dei Capi di Stato e di governo, il principale organo decisionale politico della Nato, in programma domani dalle 10,30 al World Forum Convention Centre dell’Aia.

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