Nasca Agribi, prima app italiana contro caporalato in agricoltura

Nasca Agribi, prima app italiana contro caporalato in agricoltura

Per insegnare lingua italiana e terminologia del lavoro

Roma, 25 gen. (askanews) – In provincia di Verona, nel 2022, sono stati assunti 18.320 operai stranieri nel comparto agricolo, pari al 70% del totale dei nuovi addetti del settore. La lingua italiana è fondamentale per comprendere non solo direttive e regole, ma anche i comportamenti sicuri, dato che per un lavoratore straniero il rischio di incorrere in un infortunio è quattro volte maggiore rispetto ad un bracciante italiano. E nel 2023 gli infortuni in agricoltura nel Veronese sono stati 700, pari ad un terzo sui circa 2.000 in Veneto.

Numeri che hanno portato l’ente bilaterale dell’agricoltura veronese Agribi a lanciare un progetto all’avanguardia in Italia: si tratta della prima app pensata specificatamente per l’agricoltura e mirata a insegnare non solo una base di lingua italiana, ma anche la terminologia relativa al contratto di lavoro, ai diritti e doveri, alle regole sul lavoro e alla sicurezza. Uno strumento che può contribuire anche a contrastare il caporalato.

Il progetto, che si chiama “Impara la lingua con la sicurezza in agricoltura”, è stato presentato oggi in Prefettura a Verona alla presenza di sindacati di categoria e associazioni. Realizzato da Agribi in collaborazione con Busuu, app e piattaforma digitale e agenzia 8 Wave di Verona per la componente comunicativa e grafica.

Il pacchetto formativo fornirà il corso specifico per le lingue dei Paesi da cui proviene la maggior parte dei lavoratori: inglese, spagnolo, arabo, portoghese, francese, russo e polacco. Ogni anno verranno assegnati mille accessi alla app, della durata di dodici mesi, da sindacati, associazioni di categoria, aziende, consulenti del lavoro e associazioni di accoglienza dei migranti. La distribuzione, che partirà da gennaio, sarà effettuata a livello digitale da una piattaforma di gestione, che monitorerà l’andamento e l’utilizzo del programma. La app è già stata testata nelle scorse settimane da un target composto da una decina di lavoratori stranieri, che l’hanno sperimentata su uno smartphone, uno strumento di cui tutti dispongono.

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