Migranti,Lega e Fdi votano a Strasburgo contro linea loro eurogruppi

Migranti,Lega e Fdi votano a Strasburgo contro linea loro eurogruppi

Nel voto su 4 dei 5 testi del pacchetto Ue immigrazione e asilo

Bruxelles, 20 apr. (askanews) – L’analisi dei voti nominali lo certifica senza ombra di dubbio: come avevano annunciato ieri, gli europarlamentari della Lega e di Fdi hanno votato con la maggioranza dell’Assemblea e con tutti gli altri colleghi italiani, contro la linea dei rispettivi gruppi politici europei e dunque in modo opposto ai propri alleati, durante il voto di oggi della plenaria di Strasburgo sul pacchetto Ue riguardante l’immigrazione e l’asilo.

L’altro partito della maggioranza di governo, Forza Italia, ha assunto le stesse posizioni della Lega e di Fdi ma in coerenza con la linea del proprio gruppo di appartenenza, il Ppe.

La sessione di voto che si è svolta oggi a Strasburgo riguardava i mandati negoziali per un pacchetto di cinque testi legislativi, di cui quattro relativi al “Patto Ue” su immigrazione e asilo, proposto dalla Commissione europea nel settembre 2020, e uno sul tema collegato dei diritti dei cittadini di paesi terzi residenti di lunga durata nell’Unione. Il voto dell’Aula, che normalmente non si pronuncia quando le decisioni sui mandati negoziali sono approvate dalle commissioni europarlamentari competenti, è stato reso necessario dall’obiezione, ieri mattina, dei due gruppi dei Conservatori (Ecr) e dell’estrema destra sovranista (Id). Tuttavia, le delegazioni italiane che fanno parte dei due gruppi (Fdi e Lega, rispettivamente) avevano annunciato ieri pomeriggio il loro voto in plenaria favorevole ai mandati negoziali sul Patto Ue.

Così è stato: sul mandato negoziale per l’atto legislativo centrale del pacchetto, che riguarda la gestione dell’asilo e dell’immigrazione (approvato con 413 voti contro 142 e 20 astensioni), si sono espressi a favore sia i 19 leghisti che i sei eurodeputati di Fdi presenti, mentre il loro due gruppi hanno votato massicciamente contro.

L’elemento più rilevante di questo regolamento, che vede la forte opposizione dei paesi dei paesi dell’Est a guida sovranista come Polonia, Ungheria e Repubblica ceca, è l’istituzione di un meccanismo di solidarietà vincolante per assistere i paesi in prima linea di fronte alle pressioni migratorie, anche a seguito di operazioni di ricerca e salvataggio in mare. Il meccanismo permetterà agli Stati membri di scegliere tra il ricollocamento sul proprio territorio di una parte dei migranti arrivati nei paesi più sotto pressione, e altre forme di sostegno, con mezzi finanziari e operativi.

Il secondo mandato negoziale più importante riguarda il nuovo dispositivo, inviso anch’esso ai paesi dell’Est, che è stato proposto per far fronte alle “situazioni di crisi”, quando uno Stato membro viene investito da un aumento improvviso e massiccio dei flussi migratori da un paese terzo, ad esempio a causa di un conflitto o di una emergenza umanitaria. Qui ci sono stati 419 voti favorevoli, 129 contrari e 30 astensioni. Anche in questo caso, 19 eurodeputati leghisti e sei di Fdi hanno sostenuto il mandato, all’opposto di quanto hanno fatto tutti gli altri membri dei loro due gruppi di appartenenza. Il testo prevede che lo stato di emergenza sia dichiarato dalla Commissione europea in base a determinati criteri, attivando il dispositivo di crisi che comporta, tra l’altro, ricollocamenti obbligatori dei migranti fra tutti gli Stati membri e deroghe alle procedure di screening e di asilo.

Altri due elementi del Patto Ue sono il nuovo regolamento sullo “screening”, ovvero le procedure per accertare l’identità dei cittadini di paesi terzi, e il sistema centralizzato di informazioni sul casellario giudiziario, che permette di sapere se una persona ha subito condanne penali.

Il mandato negoziale sullo screening è stato approvato con 419 voti favorevoli, 126 contrari e 30 astensioni, mentre quello per il sistema centralizzato sui casellari giudiziari è passato con 431 voti favorevoli, 121 contrari e 25 astensioni. Per quanto riguarda lo screening hanno votato a favore 18 leghisti e sei eurodeputati di Fdi, e si sono espressi contro tutti gli altri colleghi dei rispettivi gruppi. Nel secondo caso, sui casellari giudiziari, 20 leghisti hanno votato a favore contro tutto il resto del gruppo Id, mentre questa volta al voto favorevole dei sei eurodeputati di Fdi si è aggiunto quello di altri quattro colleghi non italiani del loro gruppo, mentre tutto il resto dell’Ecr sui è espresso contro.

Solo nell’ultimo voto in plenaria, collegato al Patto sull’immigrazione ma non integrato nel pacchetto, gli eurodeputati italiani di Fdi e della Lega sono tornati in linea con i rispettivi gruppi politici. Il mandato negoziale in questo caso riguarda una modifica della direttiva sui cittadini di paesi terzi residenti di lungo periodo in un paese dell’Ue, ed è stato approvato sempre a larga maggioranza, ma meno larga che negli altri quattro casi: 391 voti favorevoli, 140 contrari e 25 astensioni. In questo caso, solo un eurodeputato di Fdi, Vincenzo Sofo, e uno della Lega, Gianna Gancia, hanno votato a favore, mentre un’altra europarlamentare di Fdi, Chiara Gemma, si è astenuta. Tutti gli altri membri dei due gruppi, compresi gli italiani, hanno invece votato contro. La nuova direttiva prevede misure per l’accelerazione della concessione dei permessi di soggiorno di lungo periodo nell’Ue ai cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente in uno Stato membro da almeno 3 anni, e la possibilità di integrare le persone che godono dello status di protezione temporanea. I residenti di lungo periodo avranno il diritto di trasferirsi in un altro paese dell’Unione senza ulteriori restrizioni lavorative, e i loro figli a carico riceveranno automaticamente lo stesso status.

Da notare che in questo caso, e solo in questo, sono stati gli eurodeputati di Forza Italia a esprimersi in modo difforme dal proprio gruppo, astenendosi invece di votare a favore.

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