Meloni in Romagna “senza passerelle”:governo c’è,fondi si trovano

Meloni in Romagna “senza passerelle”:governo c’è,fondi si trovano

“Lavoro di questi giorni miracoloso, non perderemo tempo”

Ravenna, 21 mag. (askanews) – “Il lavoro che è stato fatto in questi giorni è miracoloso. Ho visto tanti ragazzi giovanissimi che cercavano di dare una mano alla popolazione. Ho visto tanto orgoglio nei cittadini colpiti dall’alluvione, tanta voglia di ricostruire e di partecipare. L’ho trovato straordinario”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha abbandonato con un giorno d’anticipo i lavori del G7 a Hiroshima per poter “vedere con i propri occhi” quanto è accaduto in Emilia-Romagna e per rendersi conto personalmente dei danni provocati dall’alluvione in Romagna. Fango, detriti, lacrime, ma anche tanta determinazione da parte di migliaia di volontari, uomini delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della Protezione civile che anche oggi, dall’alba alla sera, si sono rimboccati le maniche per sgomberare cantine e abitazioni allagate, per lavare strade e marciapiedi. Questo lo scenario a cui ha assistito la premier.

La sua visita in Romagna è stata un “percorso ad ostacoli” per giornalisti e istituzioni locali che l’hanno inseguita fino a metà pomeriggio. “C’è stata suspance su dove dovessi andare – dirà nel pomeriggio -. Non volevo crearla, ma questo non è il momento delle passerelle. Ma con i giornalisti non saremmo riusciti…”. Mentre il sindaco e il prefetto erano ad attenderla ai bordi della pista dell’aeroporto di Forlì poco prima di mezzogiorno, Meloni è atterrata a Rimini per poi dirigersi verso le prime zone colpite dal maltempo. Con la coda di cavallo, la camicetta verde e gli stivali di gomma, la premier incontra un artigiano e visita il suo laboratorio. Poi tra le province di Forlì-Cesena e Ravenna entra nella casa di una signora anziana, scende con la torcia in mano nella cantina di un ragazzo africano, stinge le mani dei volontari con il badile e rivestiti di fango dai piedi ai capelli. “Siete molto bravi, portate le cose da mangiare nell’acqua – dice -. E’ molto bello quello che fate. Mi dispiace”. Lo ripete più volte a quelli che incontra durante la giornata. “Mi sono commossa, ho trovato tanta gente commossa, per la tragedia che viveva ma anche commossa di speranza” riferisce ai cronisti al termine di un incontro in prefettura a Ravenna. “Di solito quando arrivano queste tragedie la rassegnazione rischia di prendere il sopravvento, non è quello che ho trovato – spiega -. La politica deve essere all’altezza di questo sentimento, di questa attesa e di questa speranza”.

Non è la giornata per promettere cifre, ma un impegno preciso lo prende con i sindaci e le istituzioni presenti all’incontro: “I livelli istituzionali devono lavorare seriamente come una filiera ed è quello che tenteremo di fare”. Il primo gesto concreto sarà martedì, quando è convocato il consiglio dei ministri che dovrà prendere le prime decisioni sull’emergenza. Ma prima incontrerà il presidente della Regione Stefano Bonaccini con una delegazione di sindacati, associazioni di categoria e anche le banche per la consegna di un “documento” con le priorità che hanno bisogno subito di essere finanziate. “Mi auguro, voglio sperare che lo Stato e il Governo ci staranno di fianco perché noi non vogliamo lasciare da sola nessuna persona, dal primo all’ultimo perché vogliamo ripartire – spiega Bonaccini -. Credo che ci meritiamo questa attenzione. Qui, pochi mesi fa, ci è stato chiesto dallo Stato di realizzare le procedure per il secondo rigassificatore, l’Italia ha chiesto a Ravenna e all’Emilia-Romagna di dare una mano e in 120 giorni, all’unanimità di tutti i partiti e le forze sociali abbiamo detto sì, adesso abbiamo bisogno noi e sono sicuro che ci diranno sì”.

Giorgia Meloni è convinta che su questa partita non si possa perdere tempo, per questo è tornata in anticipo dal Giappone per lavorare domani con in ministri e arrivare preparata all’incontro di martedì. I finanziamenti ci saranno, assicura la premier, ma presto per dire dove prendere le risorse. Di certo non dai finanziamenti europei per la ripresa dopo la pandemia: “Sul Pnrr ho sentito dire cose inesatte, non ci sono 9 miliardi su questo tema ma 2,5 per progetti che vanno conclusi entro il 2026. Credo che in questa fase occorra lavorare su altri fondi che riguardano anche l’Europa. In ogni caso le risorse che servono saranno individuate”.

Dopo aver schivato un gruppetto di ragazzi del Friday for future, che a Forlì la contestavano per i finanziamento ai combustibili fossili, Meloni incontra un manipolo di cittadini che l’attende davanti alla prefettura. Ma il suo pensiero va a quanti lavorano ininterrottamente da ormai una settimana. “Sono stata fiera dell’Italia, delle nostre forze dell’ordine, della Protezione civile, delle istituzioni. Avete fatto un lavoro straordinario. Faremo del nostro meglio per essere all’altezza di questo lavoro che avete fatto”.

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