Meloni: con la riforma costituzionale portiamo l’Italia nella Terza Repubblica
“Nostra responsabilità consolidare democrazia dell’alternanza”
Roma, 29 ott. (askanews) – “Abbiamo sulle nostre spalle una responsabilità storica: consolidare la democrazia dell’alternanza e accompagnare finalmente l’Italia, con la riforma costituzionale che questo Governo intende portare avanti, nella Terza Repubblica”. Lo ha scritto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel messaggio inviato alla convention organizzata a Saint Vincent da Gianfranco Rotondi, deputato di Fratelli d’Italia e leader di “Verde è popolare” che ha annunciato oggi di aver ripristinato la denominazione Democrazia cristiana.
“La fine della Prima Repubblica – ha sottolineato Meloni nella sua missiva, che è stata letta alla fine dei lavori della convention – ha decretato anche la fine della Dc come partito. Un passaggio storico, che ha chiuso una fase storica irripetibile e ha chiesto ad un intero blocco sociale, in una seppur imperfetta democrazia dell’alternanza, di decidere da che parte schierarsi. La nascita del centrodestra come nuovo blocco alternativo alla sinistra ha rappresentato la risposta che milioni di italiani chiedevano e aspettavano. Quella risposta è stata una risposta vincente”.
“In questi decenni – ha rivendicato la leader di Fratelli d’Italia – il centrodestra è cresciuto, si è strutturato, ha trascorso anche momenti difficili ma ha sempre saputo far dialogare al suo interno tutte le sue identità, non rinunciando a sperimentare nuove esigenze e nuove forme. Oggi il centrodestra aspira ad essere la sintesi di tutte le idee maturate nell’alveo della tradizione conservatrice e cristianoliberale. È un centrodestra moderno e dinamico, che fa tesoro delle diversità ed è capace di governare con realismo, concretezza e competenza, portando avanti un programma chiaro e basato su un approccio valoriale”.
“Ed i valori della famiglia, della Patria, della libera impresa, della sussidiarietà e dell’appartenenza all’Occidente sono valori che affondano le radici in una storia che, da sempre, ci vedono alternativi e profondamente distanti dalla sinistra. Anche per questo sono convinta che chi viene dalla tradizione dei democratici cristiani non possa non stare saldamente nel centrodestra”, ha concluso Meloni.
Nella prima parte della sua lettera Giorgia Meloni ha compiuto un excursus sulla vicenda storica della Dc. “Mi spiace molto – ha premesso la presidente del Consiglio – non essere riuscita ad essere oggi a Saint-Vincent per intervenire, insieme a te e all’amico Tommaso Foti, alla sessione di chiusura di questa tre giorni di confronto e dibattito sul ruolo e sul contributo dei democratici cristiani nella politica italiana”.
“Moltissimo si è scritto, e si è detto, su ciò che ha rappresentato la Democrazia Cristiana nella storia della nostra Nazione, in particolare nella cosiddetta Prima Repubblica. Io ho sempre considerato riduttivo – ha affermato – definire la Dc semplicemente come un partito di ‘centro’. Per molti anni, nell’ambito di un contesto sia interno che internazionale molto diverso dall’attuale, la Democrazia Cristiana – ha affermato Meloni – ha rappresentato uno dei blocchi in cui si articolava il nostro sistema politico”.
“La Dc ha avuto la lungimiranza – ha osservato la leader di FdI – di sposare la scelta occidentale e ha rappresentato, per svariati decenni, il blocco sociale anticomunista, il partito dei corpi intermedi, della borghesia produttiva e dei ceti popolari. Negli anni del Dopoguerra ha accompagnato quel miracolo economico che ha consentito all’Italia di rialzarsi dalle macerie e di diventare una potenza economica di livello globale. È stato un movimento politico di massa, ancorato a valori e programmi nei quali la maggioranza degli italiani si è riconosciuta per molto tempo”, ha concluso Giorgia Meloni.