Meloni alla Camera, scontro con Schlein e Conte (E c’è Magi fantasma)

Meloni alla Camera, scontro con Schlein e Conte (E c’è Magi fantasma)

Roma, 14 mag. (askanews) – Tra il ‘fantasma’ Riccardo Magi e gli scontri con Giuseppe Conte ed Elly Schlein, il premier question time alla Camera è stato più animato di quello della scorsa settimana in Senato. All’inizio della seduta il governo è schierato al completo, a parte i due vicepremier: Antonio Tajani è in Turchia per la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi membri della Nato, Matteo Salvini è avvistato prima al Foro Italiaco agli Internazionali di tennis, poi a Palazzo Brancaccio all’evento organizzato dalla comunità romena in Italia.

Avs, con Angelo Bonelli (con vicino Marco Grimaldi in kefiah), chiede di spiegare la posizione del governo su Gaza. “Non abbiamo condiviso diverse scelte” di Israele, risponde Meloni, “non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori”, ma “siamo consapevoli” che “non è stata Israele a iniziare le ostilità”. Il governo, aggiunge, “continua a impegnarsi” per la “cessazione delle ostilità” e la stabilizzazione dell’area e per questo non intende “richiamare l’ambasciatore italiano in Israele”. Bonelli nella replica si dice “inorridito” e “indignato” per l'”ipocrisia” della premier, che “non ha avuto il coraggio di condannare i fatti criminali che stanno accadendo”.

Mentre Magi (+Europa) viene espulso perchè vestito da fantasma in segno di protesta contro l’invito della maggioranza all’astensione ai referendum dell’8 e 9 giugno, l’atmosfera si fa particolarmente calda quando interviene Giuseppe Conte. Il leader M5s le chiede spiegazioni sugli impegni del governo nell’aumento delle spese nella difesa. La presidente del Consiglio ironizza dicendosi “molto affascinata da questa sua recente passione antimilitarista che nessuno ha avuto modo di apprezzare quando era premier”, ad esempio quando “ha sottoscritto in pieno Covid e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi, un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro”. Ma quello forse era “uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni”. Perchè la differenza tra lei e Conte, accusa, è che c’è “chi si muove per tornaconto e chi si muove per convinzione, chi mente perché è comodo farlo e chi non mente anche quando può essere scomodo farlo”. Da parte sua il governo continuerà “a mantenere gli impegni, non solo gli impegni nostri, anche gli impegni vostri, perché siete stati voi a mettere la firma sull’aumento delle spese della difesa per portarle al 2% del prodotto interno lordo” a fronte di “centinaia di miliardi di euro” bruciati con il superbonus. Meloni “ha tradito” gli italiani “senza un mandato” e ora “la butta in caciara” con atteggiamenti “fanciulleschi” la replica dell’ex premier. Che sul superbonus rispedisce le accuse al mittente: “Voi di Fdi avete fatto a gara per estenderlo e metà dei ministri presenti ne hanno approfittato”. Nella replica, poi, Conte chiede all’Aula di alzarsi per un momento di silenzio per le vittime di Gaza. “Rimane seduta presidente”, nota il pentastellato, subito apostrofato come “sciacallo” dai banchi di Fdi.

Durissimo anche il confronto, sulla sanità, con Schlein. La segretaria Pd accusa il governo di volere “smantellare la sanità” e la premier replica parlando di “menzogne”. “La sanità pubblica è al collasso”, attaccato la Dem. Ribatte la Meloni: “E’ difficile confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire”. Per la leader Pd “curarsi è diventato un lusso, siamo la Repubblica delle liste d’attesa. Mentre tra i vostri c’è chi guadagna – vero? – con le sue cliniche private”. “Siete stati al governo 10 anni, non avete mai scritto e messo in campo un piano sanitario nazionale. Oggi che siete dall’opposizione ci venite a spiegare quanto sia importante la sanità”, alza la voce Meloni, che accusa l’opposizione di fare “macumbe” sperando che “le cose vadano male in Italia” per poter “risalire nei sondaggi”. Meloni accusa in particolare il Pd di avere introdotto la pratica dei “medici a gettone”, un fenomeno “odioso” che “siamo stati noi a fermare”. Così come “ci siamo occupati di mettere noi un limite all’intramoenia”. “Le do una notizia: i gettonisti ci sono ancora! E se ci sono è perché quando lei era al governo con Berlusconi – e io ero ancora all’università – l’avete messo voi un tetto alle assunzioni del personale che oggi sta svuotando i reparti, per cui la gente non si riesce più a curare. Si vergogni di stare ancora all’opposizione del governo”, la replica della leader Dem.

Tra gli altri temi affrontati, quello della competivitità (su cui c’è un “dialogo” avviato con il nuovo cancelliere tedesco Merz per il “rilancio della nostra base industriale, in primis del settore dell’auto”); del caro energia, una “priorità” dell’esecutivo – assicura – che lavora a una “soluzione strutturale” e conferma l’impegno per “garantire un’energia pulita, sicura e a basso costo” con il nucleare; il rapporto “senza pregiudizi e senza favoritismi” con Stellantis; i conti pubblici che giudica positivi. Su questo tema (sollevato da Maria Elena Boschi di Italia viva) si scorge però una linea non granitica dell’esecutivo. Quando la premier afferma che “lo spread è sotto i 100 punti base, il che significa che i titoli di Stato italiani sono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi” nel video della diretta della Camera si vede il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, seduto accanto a lei, scuotere più volte la testa, a manifestare di non essere pienamente d’accordo.

Ascolta la
Diretta
Ascolta la
Diretta
Messaggia con la
Radio in diretta