Meloni a Samarcanda e Astana per sviluppare rapporto Asia centrale

Meloni a Samarcanda e Astana per sviluppare rapporto Asia centrale

Samarcanda, 27 mag. (askanews) – Energia, minerali rari, investimenti e apertura di nuovi mercati. Questi i temi al centro della doppia missione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Samarcanda, in Uzbekistan, ed Astana in Kazakistan. Il viaggio era stato inizialmente programmato per il 26 e 27 aprile, ma era stato rinviato per la concomitanza con i funerali di papa Francesco.

La premier arriverà domani nell’antica “capitale” della via della Seta, dove incontrerà in un bilaterale il presidente Shavkat Mirziyoyev la mattina del 29. Nel pomeriggio dello stesso giorno si sposterà ad Astana, dove il 30 è in programma il primo vertice con i cinque leader della regione: lo stesso Mirziyoyev,il kazakho Kassym-Jomart Tokayev, il kirghiso Sadyr Japarov, il tagiko Emomali Rahmon, il turkmeno Serdar Berdimuhammedov.

Il vertice arriva a seguito di una serie di contatti che hanno rafforzato i rapporti tra l’Italia e l’Asia centrale. Roma è il terzo partner commerciale dei cinque paesi, dopo Russia e Cina; la quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è aumentata nel 2023 in Asia centrale dall’1,42% all’1,70% e nel solo Kazakistan sono presenti più di 260 imprese a capitale italiano. Nel gennaio 2024 il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, a Roma, aveva firmato 16 memorandum d’intesa (di cui 12 commerciali) in vari settori quali cooperazione finanziaria, supporto all’export, agri-business, progetti di energia tradizionale ma anche rinnovabile. “La visita – aveva commentato Meloni – conferma il valore strategico del nostro partenariato e l’eccellente livello delle relazioni tra le nostre nazioni. Lo scambio di importanti protocolli d’intesa che riguardano numerosi settori strategici di mutuo interesse e l’adozione di una dichiarazione congiunta testimoniano la volontà di rafforzare il partenariato e di accrescere la collaborazione con il Kazakistan e con l’Asia centrale”.

L’Italia vede nei Paesi dell’Asia centrale opportunità nell’ambito dell’energia (petrolio, gas, rinnovabili) e dei minerali rari: l’area presenta depositi significativi di litio, rame e terre rare. Il Kazakistan, in particolare, è il principale produttore mondiale di uranio e possiede riserve significative di altri metalli come il cromo. Il Paese è ricco di vari minerali solidi, tra cui ferro, rame, uranio, zinco e alluminio, e produce 18 dei 34 tipi di materie prime identificate come “materiali critici” dall’Unione europea. I cinque Paesi offrono poi ampi spazi per le aziende italiane, in particolare nel settore delle infrastrutture, e costituiscono anche una via di accesso ai mercati asiatici. Ai cinque Stati asiatici serve il know how produttivo italiano in molti settori manifatturieri, oltre a una “porta” di accesso al mercato europeo. “Vogliamo lavorare insieme su temi cruciali come l’energia, la connettività, le infrastrutture, la gestione delle risorse idriche. Noi abbiamo imprese all’avanguardia che vogliamo rendere protagoniste, e anche per questa ragione l’Asia centrale è tra le aree prioritarie del nuovo Piano per l’export”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un messaggio inviato in occasione della tavola rotonda organizzata alla Farnesina dall’istituto Vision & Global Trends, alla presenza degli ambasciatori in Italia delle cinque Repubblica centrasiatiche.

Anche per Bruxelles, la relazione con l’Asia centrale è strategica, come testimoniato dal primo vertice Ue-Asia centrale che si è tenuto a Samarcanda nell’aprile scorso, a cui hanno partecipato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Con la regione l’interscambio comunitario ha registrato nel 2023 un valore di poco più di 52 miliardi di euro, ma l’Unione europea soffre di un deficit commerciale di oltre 12 miliardi di euro. Le esportazioni dell’Asia centrale verso l’Europa si concentrano in gran parte su alcuni prodotti di base, in particolare il petrolio, il gas, i metalli e le fibre di cotone. Le esportazioni europee sono dominate da macchinari, attrezzature di trasporto e altri prodotti manifatturieri. In particolare per quanto riguarda l’energia, oltre all’ampia disponibilità di riserve naturali, il Kazakistan presenta un vasto potenziale per la generazione di energia solare ed eolica e potrebbe diventare un fornitore energetico fondamentale per l’Europa, nell’ottica di ridurre la dipendenza dal gas russo.

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