Manzo (Fratelli d’Italia): “Il Vomero non può essere lasciato nell’abbandono”
“Subito paletti dissuasori e più rispetto per i cittadini”
«Ancora una volta il Vomero mostra il volto dell’abbandono. Siamo in via Saverio Altamura, angolo Gianluigi Sturzo, dove i marciapiedi sono diventati parcheggi abusivi e chi ha una carrozzina, un passeggino o una disabilità è costretto a scendere in strada rischiando la propria sicurezza. È una situazione vergognosa che si ripete da troppo tempo nell’indifferenza totale della presidente della Municipalità Cozzolino. Chiedo l’installazione immediata dei paletti dissuasori per impedire la sosta selvaggia e restituire i marciapiedi ai pedoni».
Così Armando Manzo, coordinatore della V Municipalità e presidente del Circolo Territoriale Vomero-Arenella di Fratelli d’Italia, che denuncia ancora una volta lo stato di degrado e abbandono in cui versa una parte storica e centrale del quartiere collinare.
Manzo punta il dito contro l’assenza di controlli e la mancanza di interventi concreti da parte delle istituzioni locali: «Il quartiere non è fatto solo delle vie principali dove si fanno passerelle e foto, ma anche di strade dimenticate, dove i cittadini si sentono completamente lasciati soli».
L’esponente di Fratelli d’Italia richiama la necessità di un’azione immediata da parte della Municipalità e del Comune di Napoli per ripristinare ordine, decoro e sicurezza, restituendo vivibilità agli spazi pubblici. «Il Vomero – prosegue – merita rispetto e attenzione per tutti i suoi cittadini, non solo per quelli delle zone “vetrina”. L’incuria e l’assenza di controllo non possono più essere la normalità. Serve un piano serio di manutenzione e sicurezza urbana, perché la vivibilità di un quartiere si misura anche dalla possibilità di camminare sui marciapiedi senza rischiare la vita».
Una denuncia che rispecchia il malessere diffuso tra i residenti della zona, da tempo costretti a convivere con parcheggi selvaggi, degrado urbano e scarsa presenza di forze dell’ordine. Il Vomero, sottolinea Manzo, deve tornare a essere «un modello di civiltà, efficienza e bellezza», e non «il simbolo dell’abbandono e del silenzio delle istituzioni».









