M.O., la missione di Witkoff a Roma avvicina una svolta negoziale

M.O., la missione di Witkoff a Roma avvicina una svolta negoziale

Roma, 23 lug. (askanews) – I negoziati fra Israele e Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza potrebbero essere finalmente vicini alla svolta definitiva: questo almeno è quanto sembrerebbe di capire da alcuni segnali come la visita a Roma dell’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, in programma domani.

Quella italiana rappresenta una tappa intermedia ma forse decisiva per la missione statunitense: Witkoff incontrerà infatti i mediatori del Qatar e i rappresentanti israeliani fra cui il caponegoziatore Ron Dermer e solo in caso di esito positivo procederà poi per Doha, probabilmente entro la fine della settimana, per finalizzare l’accordo.Dermer ha a sua volta discusso ieri la situazione sul terreno con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e dunque sembrerebbe nella situazione di avere pieni poteri per autorizzare un via libera quanto meno preliminare ad un’intesa.

Secondo fonti saudite Israele e Hamas avrebbero di fatto superato le ultime divergenze compresa la questione fondamentale del numero di prigionieri da rilasciare in cambio degli ostaggi: lo Stato ebraico avrebbe offerto la liberazione di 125 condannati all’ergastolo e 1.100 detenuti arrestati dopo il 7 ottobre del 2023, proposta che Hamas avrebbe accettato.Al contesto positivo contribuiscono poi due fattori di politica israeliana, uno interno e uno esterno: la chiusura estiva della Knesset dà infatti a Netanyahu la sicurezza di rimanere al suo posto almeno per i prossimi mesi e soprattutto di poter firmare un accordo senza temere ricadute parlamentari immediate per la sua coalizione.

Ma anche la crescente indignazione internazionale per le uccisioni dei civili a Gaza – la cui responsabilità Israele continua peraltro ad attribuire ad Hamas – ha il suo peso e potrebbe convincere Neatnyahu a mettere fine al conflitto per non ritrovarsi a dipendere esclusivamente dal sostegno statunitense, oggi granitico ma che una Casa Bianca alquanto umorale potrebbe un giorno rimettere in discussione specie se i desiderata di Donald Trump sulla pace continuassero a non venire rispettati.

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