
L’Ue attende proposta Usa per accordo “ponte” sui dazi, Meloni media
Bruxelles, 26 giu. (askanews) – La Commissione europea attende “nei prossimi giorni” la contro-proposta degli Usa per cercare un accordo sui dazi prima della scadenza del 9 luglio fissata da Donald Trump che, però, potrebbe essere prorogata. I contatti tra le due sponde dell’Atlantico sono in corso, con l’obiettivo di arrivare quantomeno a un’intesa di principio, su cui lavorare nell’ottica di arrivare a un sistema equilibrato che comprenda “compensazioni” di eventuali dazi ‘asimmetrici’ americani. Il tema dei dazi non è, ufficialmente, nell’agenda del Consiglio europeo in corso a Bruxelles, ma sarà sicuramente affrontato questa sera nel corso della cena di lavoro.
Le posizioni sono diversificate. Mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha auspicato che si chiuda “rapidamente” un accordo commerciale, la Francia si è detta non disposta ad accettare un’intesa “asimmetrica” con dazi generalizzati al 10% per tutte le importazioni europee in Usa. In mezzo c’è Giorgia Meloni che ieri ha aperto alla possibilità di accettare tariffe del 10%, che “non sarebbero per noi particolarmente impattanti”, ha detto ieri a L’Aja.
“Chiudere un accordo complesso di dettaglio prima del 9 è molto complicato, in particolare per quanto riguarda le barriere non tariffarie. Quello che realisticamente si può fare è un accordo di principio, in cui si stabilisce di lavorare secondo determinate direttrici”, sottolineano fonti diplomatiche italiane. Al momento, da Washington, non è arrivata una proposta, che a Bruxelles si attendono di ricevere “nei prossimi giorni, a quel punto sarà valutata”.
La Commissione Ue aveva avviato la trattativa dicendo di puntare alla formula “zero per zero”, ma la sensazione è che gli Usa non siano disponibili a seguire questa strada. Nel caso di dazi “asimmetrici”, secondo l’Europa (ed è anche la linea dell’Italia) questi dovrebbero essere “compensati”. Ad esempio con accordi transatlantici sull’approvigionamento di materie prime critiche e lavorando per affrontare il problema comune della sovracapacità produttiva di Paesi Terzi come la Cina, in alcuni settori quali acciaio, alluminio. D’altra parte i settori europei dell’auto, dell’alluminio e dell’acciaio hanno urgenza di avere certezze sul trattamento a cui verranno sottoposti visto che già oggi devono sottostare ai dazi del 25% introdotti dall’amministrazione Trump. “Bisogna essere creativi in modo costruttivo per cercare un punto di equilibrio”, sottolineano le fonti italiane.
Se poi l’accordo non si dovesse trovare, restano le contro-misure che l’Ue è pronta a mettere in campo, con la Commissione che continua a lavorare sulle “ritorsioni” da attivare se necessario. Certo che se fosse confermata la disponibilità a concedere più tempo per la trattativa, espressa oggi dalla portavoce di Trump Karoline Leavitt, sarebbe un dato positivo. “Ma decide il presidente”, ha precisato Leavitt.