L’Osservatore Romano: sul caso Orlandi accuse assurde e infamanti su Giovanni Paolo II

L’Osservatore Romano: sul caso Orlandi accuse assurde e infamanti su Giovanni Paolo II

Diffamare è indegno di un paese civile

Città del Vaticano, 14 apr. (askanews) – “Accuse assurde e infamanti”. Così L’Osservatore Romano, in un articolo di prima pagina a firma del direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli, definisce le accuse a San Giovanni Paolo II piovute per il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi.

“Pensate che cosa sarebbe accaduto se qualcuno fosse andato in televisione ad affermare, sulla base di un ‘sentito dire’ proveniente da una fonte anonima e senza lo straccio di un riscontro o testimonianza anche soltanto di terza mano, che vostro padre o vostro nonno di notte usciva di casa e insieme a qualche ‘compagno di merende’ andava in giro a molestare ragazze minorenni. E immaginate che cosa sarebbe successo se il vostro parente, ormai defunto, fosse universalmente conosciuto e da tutti stimato, a motivo di qualche importante ruolo ricoperto. Non avremmo forse letto commenti ed editoriali indignati per il modo inqualificabile con cui è stata lesa la buona fama di questo grande uomo, amato da tanti? E’ accaduto davvero, purtroppo, con San Giovanni Paolo II”, scrive Tornielli riferendosi a quanto detto da Pietro Orlandi nel corso della trasmissione “Di martedì” condotta su La7 da Giovanni Floris.

“Prove? Nessuna. Indizi? Men che meno. Testimonianze almeno di seconda o terza mano? Neanche l’ombra”, si fa notare.

“Una follia. E non lo diciamo perché Karol Wojtyla è santo o perché è stato papa. – scrive ancora L’Osservatore Romano – Anche se questo massacro mediatico intristisce e sgomenta ferendo il cuore di milioni di credenti e non credenti, la diffamazione va denunciata perché è indegno di un Paese civile trattare in questo modo qualunque persona, viva o morta, che sia chierico o laico, papa, metalmeccanico o giovane disoccupato. È giusto che tutti rispondano degli eventuali reati, se ne hanno commessi, senza impunità alcuna o privilegi. È sacrosanto che si indaghi a 360 gradi per cercare la verità sulla scomparsa di Emanuela. Ma – conclude Tornielli – nessuno merita di essere diffamato in questo modo, senza neanche uno straccio di indizio, sulla base dei ‘si dice’ di qualche sconosciuto personaggio del sottobosco criminale o di qualche squallido anonimo commento propalato in diretta Tv”.

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