Libri, il 20 maggio a Roma presentazione di “Hanno parlato con Dio”

Libri, il 20 maggio a Roma presentazione di “Hanno parlato con Dio”

Roma, 18 mag. (askanews) – Martedì 20 maggio, alle ore 17.30, nella Basilica Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli artisti), in Piazza del Popolo, a Roma, si terrà la presentazione del libro di Antonio Staglianò e Sergio Dragone dal titolo “Hanno parlato con Dio” Ennio Morricone e Fabrizio De Andrè. Le musiche e le parole che sono arrivate dal cielo. Edito da Rubbettino Editore, con la prefazione di Padre Enzo Fortunato.

Alla presentazione interverranno Dori Ghezzi, Presidente Fondazione Fabrizio De Andrè; Andrea Morricone, Direttore d’orchestra e compositore; Padre Enzo Fortunato, Direttore della Comunicazione della Basilica di San Pietro. Modera Enzo Romeo, Caporedattore Tg2

Nel panorama culturale italiano, dove fede e arte si intrecciano in modo sorprendente, il libro “Hanno Parlato con Dio: Ennio Morricone e Fabrizio De Andrè” di Antonio Staglianò e Sergio Dragone (Rubbettino 2025) si presenta come un autentico ponte tra il sacro e il profano, tra il mistero della spiritualità e l’infinita creatività artistica.

S.E.R. Vescovo Mons. Antonio Staglianò è Presidente della Pontificia Accademia Teologica, Rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti), nonché Presidente Onorario della Reale Accademia Papa Benedetto XV.

Il volume apre le porte a un dialogo appassionante, in cui le inconfondibili melodie di Ennio Morricone e le parole intense di Fabrizio De Andrè diventano veicolo e messaggio di un’esperienza quasi mistica. Attraverso una narrazione che fonde rigore intellettuale e sensibilità poetica, gli autori offrono al lettore una lettura capace di unire il pensiero teologico all’arte, invitandolo a scoprire come la musica e la parola possano esprimere il linguaggio del divino.

Il testo si fa portavoce di un incontro tra due anime in apparenza distanti, ma in realtà perfettamente complementari. Da un lato, Mons. Antonio Staglianò, teologo innovatore noto per il concetto di “Pop-Theology”, che ha saputo reinterpretare il messaggio cristiano in chiave contemporanea; dall’altro, Sergio Dragone, giornalista e saggista dalla profonda passione per la musica e la cultura, capace di cogliere le sfumature emotive e simboliche delle opere dei due immortali artisti. In questo connubio, il libro diventa un’indagine sulla natura della fede: un percorso che, intrecciando storia, musica e parola, sfida i confini del dogma per abbracciare un’esperienza di spiritualità in continuo divenire.

Il volume non si limita a esporre tematiche teologiche astratte, bensì si snoda come un viaggio emozionale in cui ogni pagina rivela la potenza trasformativa dell’arte. Le composizioni di Morricone, capaci di far vibrare l’anima, si accostano alle parole di De Andrè, cariche di denuncia e poesia, creando un’armonia che va ben oltre il semplice intrattenimento: è una vera e propria preghiera silenziosa, un invito a interrogarsi sul senso profondo della vita e sulla capacità dell’essere umano di cercare e trovare la luce anche nei momenti d’oscurità. In quest’ottica, il dialogo tra il teologo e il giornalista si carica di un valore universale, capace di travalicare le barriere del tempo e di parlare direttamente al cuore degli uomini.

L’approccio innovativo proposto da Staglianò e Dragone si fa particolarmente significativo in un’epoca in cui il rapporto tra religione e cultura rischia di cadere nella rigidità di vecchi schemi. Il libro rivisita la storia della Chiesa e della spiritualità, evidenziandone aspetti meno noti e talvolta persino controversi, per proporre una lettura fresca che sappia dialogare con le sfide del presente. Il concetto di “Pop-Theology” emerge così come un ponte in grado di catturare l’attenzione delle nuove generazioni, rendendo accessibile al grande pubblico una fede che non è più confinata nei soliti canoni, ma si apre alla modernità e alla pluralità di esperienze umane.

La forza del volume risiede proprio nella sua capacità di unire mondi apparentemente inconciliabili: il rigore della tradizione teologica e la libertà espressiva dell’arte si incontrano per dare vita a un racconto che, pur nella sua profondità, resta estremamente coinvolgente ed emozionante. Ogni aneddoto, ogni riflessione, ogni richiamo alle opere di Morricone e De Andrè si trasforma in un tassello imprescindibile di un mosaico complesso e armonioso, dove il divino si fa presente in ogni nota e in ogni parola. È un invito a superare i pregiudizi, a scardinare i confini dell’ortodossia, lasciando che il dialogo autentico e sincero possa illuminare una visione del mondo rinnovata e sempre più inclusiva.

Alla luce di queste considerazioni, “Hanno Parlato con Dio” si configura come una preziosa testimonianza culturale e spirituale. Non solo il libro offre uno sguardo privilegiato sulle opere di due artisti leggendari, ma si fa anche portavoce di un rinnovato apprezzamento per il potere trasformativo dell’arte. In un’epoca in cui il materialismo e l’indifferenza sembrano predominare, il volume di Staglianò e Dragone si erge come una boccata d’aria fresca, capace di risvegliare i sensi, stimolare l’intelletto e infondere nuova linfa alla fede. Con questo lavoro, gli autori ci invitano a guardare oltre le apparenze, a riconoscere nei segni della bellezza e della spiritualità la chiave per comprendere, in maniera autentica, il mistero della vita. Questo volume, con la sua sc rittura appassionata e il suo profondo rigore analitico, diventa così un faro nel panorama culturale attuale, un ponte tra il sacro e il profano, fra il vecchio e il nuovo, capace di far riscoprire a ogni lettore l’importanza di ascoltare la voce del divino, presente e pulsante in ogni espressione artistica.

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