Le aziende cerealicole siciliane chiedono subito urgenti misure di sostegno

Le aziende cerealicole siciliane chiedono subito urgenti misure di sostegno

Dal settembre 2023, ci sono stati 8 mesi senza precipitazioni, con conseguente grave siccità. In particolare, da settembre 2023 ad aprile 2024, secondo i dati del servizio di informazione agrometeorologica Sicilia Orientale, la regione di Catania ha ricevuto il 70% di precipitazioni in meno e i campi hanno sofferto di una grave siccità.

L’impatto sulla produzione agricola è stato significativo, in particolare per il grano duro si prevede un forte calo della produzione. Questa situazione non avrà solo un impatto negativo diretto sugli agricoltori, anche a fronte di un mercato per nulla favorevole alle materie prime nazionali, ma anche su altre fasi della filiera strettamente legate all’agricoltura.

Per questo le aziende cerealicole siciliane chiedono misure immediate di sostegno per migliorare l’accesso al credito degli agricoltori e misure immediate per evitare che il sovraccarico finanziario con i distributori provochi effetti a catena e aumenti le difficoltà delle strutture intermedie.

È quanto emerso nel corso del convegno sul tema “Il grano duro in Sicilia”, tenutosi a Catania il 3 maggio, “Tra storia mercato e cambiamento climatico”, organizzato da Compag in collaborazione con Consorzio Crisma. È la seconda volta che questo evento di approfondimento sul grano duro viene organizzato da Compag, Federazione nazionale delle rivendite agrarie che rappresenta gli stoccatori di cereali e colture proteiche (circa 4mila imprese in totale).

Il mercato del grano duro è stato significativamente destabilizzato dalle grandi importazioni degli ultimi mesi: secondo i dati della Commissione Europea elaborati da Areté, alla fine di marzo circa il 50% delle importazioni cumulative in Europa proveniva da Turchia e Russia. Le esportazioni inaspettatamente elevate da Turchia e Russia hanno portato a un calo dei prezzi delle materie prime nazionali (-22% a Bologna e -23% a Foggia tra agosto 2023 e marzo 2024).

Sebbene il 2023 sia stato un anno caratterizzato da una bassa produzione e da un calo delle scorte mondiali, la Turchia (con un ulteriore aumento dell’area di produzione) si è imposta sul mercato come esportatore netto e sembra destinata a mantenere questo ruolo nella campagna 2024/2025. Per l’anno 2024, tuttavia, si prevede un aumento della produzione globale e rese europee qualitativamente migliori rispetto al 2023.

Fabio Manara, presidente di Compag, ha evidenziato l’importanza dei singoli negozi nella catena del grano durante la tavola rotonda: “Le nostre strutture detengono di fatto le materie prime del Paese e contribuiscono alla valorizzazione e all’unicità della produzione italiana. In un momento di grande difficoltà dell’agricoltura, anche le organizzazioni intermedie come Compag, i rivenditori e gli stoccatori di mezzi tecnici, soffrono”.

“Compag – ha aggiunto Manara – sta lavorando da tempo per facilitare l’ottenimento di prestiti da parte degli agricoltori, stipulando accordi con le banche. In caso di emergenza climatica estrema, il settore agricolo deve avere accesso a strumenti per compensare le perdite subite”.

Ciro Di Pietro

Immagine di pvproductions su Freepik

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