L’appello a Davos di centinaia di miliardari: tassateci di più

L’appello a Davos di centinaia di miliardari: tassateci di più

Una raccolta di firme che annovera cognomi come Disney e Rockefeller

Roma, 17 gen. (askanews) – Notizia è quando l’uomo morde il cane, non quando il cane morde l’uomo. E può essere notizia anche quando un gruppo di miliardari e milionari chiedono di essere tassati di più, in un mondo è solitamente premiato in cui chi deposita le proprie ricchezze nei paradisi fiscali. Così, che 250 esponenti dell’élite economica globale, in occasione del World Economic Forum di Davos, rilancino la richiesta di essere maggiormente tassati fa certamente notizia.

“Se i rappresentanti eletti delle principali economie mondiali non prenderanno provvedimenti per affrontare il drammatico aumento della disuguaglianza economica, le conseguenze continueranno ad essere catastrofiche per la società”, si legge in una lettera aperta ai decisori politici, che accompagna la raccolta di firme promossa da Patriotic Millionaires.

“La nostra richiesta è semplice: vi chiediamo di tassare noi, i più ricchi della società. Ciò non altererà radicalmente il nostro tenore di vita, né creerà privazioni per i nostri figli, né danneggerà la crescita economica delle nostre nazioni. Ma trasformerà la ricchezza privata estrema e improduttiva in un investimento per il nostro comune futuro democratico”, continua la lettera, che poi lancia un attacco diretto a quel capitalismo “filantropico” che tanto è amato tra le élite economiche. “La soluzione non può essere trovata nelle donazioni una tantum o nella filantropia; l’azione individuale non può correggere l’attuale colossale squilibrio. Abbiamo bisogno che i nostri governi e i nostri leader prendano l’iniziativa. E così veniamo di nuovo da voi con la richiesta urgente di agire – unilateralmente a livello nazionale, e insieme sulla scena internazionale”.

A firmare l’appello sono alcuni grandi nomi dell’élite, tra manager di successo ed ereditieri. Spiccano, per esempio, Abigail Disney – il cui cognome è un marchio in sé – ma anche Claire Trottier, dell’omonima famiglia, che in un rapporto si definisce “vincitrice alla lotteria della vita”. Pesa anche il cognome nel caso di Valerie Rockefeller, appartenente alla dinastia americana. E, tra i nomi del mondo dello spettacolo, si segnalano il musicista Brian Eno e Brian Cox (che ha interpretato il miliardario Logan Roy in “Succession”).

I firmatari provengono da 17 paesi, anche se in realtà la grandissima maggioranza sono statunitensi o britannici. Tra gli italiani si segnalano Guglielmo e Giorgiana Notarbartolo di Villarosa, figli di Veronica Marzotto, che furono anche gli unici ad aver firmato l’appello al G20 “Tax extreme wealth”.

Non risultano tuttavia aver firmato alcune delle personalità più ricche del mondo: Elon Musk, Bernard Arnault, Jeff Bezos, Larry Ellison e Warren Buffett. Quest’ultimo, in realtà, si è fatto più volte latore della proposta di una più equa tassazione nei confronti dei super-ricchi.

Secondo un rapporto Oxfam, dal 2020 i 5 uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato, in termini reali, le proprie fortune – da 405 a 869 miliardi di dollari – a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza complessiva di quasi 5 miliardi di persone più povere non ha mostrato barlume di crescita. Ai ritmi attuali, nel giro di un decennio potremmo avere il primo trilionario della storia dell’umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà. Oggi i miliardari sono, in termini reali, più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020 e i loro patrimoni sono cresciuti tre volte più velocemente del tasso di inflazione.

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