Lagarde tira dritto sui tassi nonostante l’inflazione in frenata

Lagarde tira dritto sui tassi nonostante l’inflazione in frenata

Intanto lancia nuovi richiami a parti sociali, governi e banche

Roma, 5 giu. (askanews) – Nonostante nuovi sviluppi positivi sul rallentamento dell’inflazione, la Bce resta focalizzata sulle pressioni sui prezzi e sulla necessità di alzare ancora i tassi di interesse. Devono raggiungere livelli “sufficientemente restrittivi”, ha ribadito la presidente Christine Lagarde, da favorire un ritorno del caro vita all’obiettivo del 2%.

A maggio l’inflazione media nell’area euro ha segnato un rallentamento al 6,1%, un ritmo su base annua di quasi un intero punto percentuale più basso rispetto al mese precedente. Ma “le pressioni sui prezzi restano forti. L’inflazione al netto di energia e alimentari ha rallentato al 5,3%, dal 5,6% di aprile”, ha sostenuto Lagarde nella periodica audizione al Parlamento europeo. “Le ultime informazioni disponibili suggeriscono che le pressioni sull’inflazione in fondo restano elevate e che, anche se mostrano alcuni segni di moderazione, non ci sono chiari segnali che l’inflazione di fondo abbia raggiunto il picco massimo”.

Eppure proprio oggi Eurostat ha riportato un nuovo e consistente calo dei prezzi alla produzione dell’industria: ad aprile sono diminuiti del 3,2% rispetto al mese precedente, trainati da un nuovo crollo (-10,1%) dei prezzi dell’energia. Si tratta del quarto mese consecutivo di diminuzione, di una voce che spesso prelude orientamenti analoghi dell’inflazione dei prezzi al consumo. Guardando al ritmo di variazione su base annua, ad aprile la crescita dei prezzi alla produzione si è ridotta all’1%, a fronte del più 5,5% di marzo e del +26,9% che aveva raggiunto nel novembre del 2022.

Con le prossime decisioni sui tassi di interesse la Bce assicurerà che raggiungano “livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%”, ha detto ancora Lagarde. Le future decisioni saranno basate sui dati in particolare sulla valutazione delle prospettive di inflazione, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e sulla forza della trasmissione della politica monetaria dei passati rialzi dei tassi. Su questo ultimo aspetto, ha precisato, saranno rilevanti le previsioni economiche aggiornate, che verranno pubblicate in occasione del Consiglio direttivo del 15 giugno.

Lagarde ha poi puntato il dito contro “alcuni settori dell’economia”, in particolare agricoltura, costruzioni e alcuni rami dei servizi dove mesi passati le imprese si sono spinte sui rialzi dei prezzi al consumo “più del dovuto” in base a quelli che erano stati i rincari che avevano dovuto fronteggiare. E ha auspicato interventi delle autorità sulla concorrenza su questi aspetti.

Più in generale in questa fase “è molto importante che le parti sociali abbiano un dialogo concertato”, perché non ci si trovi di fronte a una situazione in cui ognuna delle due parti cerchi di recuperare tutto quanto perso per colpa dei passati rincari – i lavoratori in termini di aumenti dei salari e le imprese tramite i margini sui prezzi – perché in questo caso “rischieremmo di dover adottare misure di inasprimento monetario molto più energiche”, ha avvertito. Un richiamo di natura analoga a quello rilanciato ai governi affinché rimuovano le misure di aiuti contro il caro energia, ora che i prezzi sono diminuiti.

Quanto alle banche, “non vediamo abbastanza” in termini di rialzo dei tassi dei depositi custoditi per conto di famiglie e imprese, ha detto ancora Lagarde. “Ci piacerebbe che le banche trasmettessero pienamente” i rialzi operati dalla stessa Bce, “non solo sui prestiti, ma anche sui depositi che custodiscono, non solo quelli vincolati a termine ma su tutti”. Lagarde ha tuttavia precisato che in questa fase la Bce è focalizzata sulla necessità di alzare i suoi tassi di riferimento in modo da favorire un calo dell’inflazione generale. (di Roberto Vozzi).

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