La guerra del K-pop fa scivolare in borsa i produttori dei BTS

La guerra del K-pop fa scivolare in borsa i produttori dei BTS

La label Hybe perde causa con sublabel Ador, di cui possiede l’80%

Roma, 31 mag. (askanews) – In Corea del Sud la musica K-pop è una cosa seria, anche e soprattutto da un punto di vista economico. Il fenomeno che ha affascinato i teenager di tutto il mondo è una realtà finanziaria che ha un impatto importante sul Pil del paese e quello che accade nel settore ha una ricaduta. Oggi, per esempio, è alta sui giornali economici sudcoreani la vicenda che ha visto affrontarsi in tribunale Hybe – l’agenzia che è dietro la super boy band BTS – e la sua sub-label Ador, che produce il nuovo fenomeno K-pop, cioè la girl band NewJeans. Hybe ha perso e oggi in borsa ha subito uno schiaffo: a un certo punto perdeva il 5,4% con il titolo a 193.000 won (129,5 euro), per poi chiudere la giornata a 200.000 won (134,2 euro) con un -2% circa.

Sembrano solo questioni di percentuali, ma si muovono centinaia di milioni di euro. E, in questo caso, a smuovere il mercato è stata una sentenza negativa per Hybe emessa ieri (dopo la chiusura della piazza di Seoul) dal Tribunale distrettuale centrale.

La causa vedeva affrontarsi Min Hee-jin, amministratrice delegata di Ador, contro la casa madre. Min è considerata la “madre” della girl band che sta sconvolgendo le gerarchie del K-pop. Ma Hybe – che controlla l’80% di Ador mentre Min ne ha il 18% – vuole destituirla. E la numero uno di Ador ha reagito chiedendo al tribunale un’ingiunzione per impedire alla casa madre di votare nell’assemblea straordinaria di oggi.

“Il CEO Min ha cercato di indebolire il controllo di Hybe su Ador rimuovendo NewJeans dal controllo di Hybe o facendo pressione su Hybe per vendere la sua quota in Ador, ed è chiaro che cercava modi per controllare completamente Ador,” secondo la sentenza del tribunale, ripresa da Nikkei Asia. Ma “Min non ha agito di conseguenza, e sebbene il comportamento di Min possa essere sleale, è difficile dire che si tratti di una violazione della fiducia”.

Min è furiosa con Hybe perché, a suo dire, la casa madre e un’altra etichetta avrebbero clonato il suo gioiello, costituendo un’altra girl band, la Illit, con le medesime caratteristiche.

Nella società sudcoreana, tendenzialmente, i panni sporchi si lavano in famiglia e il fatto che la lite interna al gruppo sia diventata pubblica potrebbe diventare un problema rispetto agli investitori.

Hybe ha confermato oggi di essersi attenuto alla sentenza e di non aver votato per destituire Min all’assemblea degli azionisti. Tuttavia gli azionisti della sublabel hanno votato per destituire due membri del consiglio e nominare tre nuovi membri — Kim Ju-young, Lee Kyung-jun e Lee Jae-sang — che attualmente ricoprono posizioni di alto livello nella società madre. I due membri destituiti sono vicini a Min, mentre i tre nuovi membri sono stati raccomandati da Hybe. Segno che la battaglia è ancora pienamente in corso.

Il conflitto sta minando la solidità di Hybe. In un mese le azioni della casa produttrice sono crolate di circa il 16%.

Secondo uno studio di Citigroup, le quattro principali case di produzione del K-pop hanno registrato entrate da vendite e streaming per 1,3 miliardi di dollari e avevano una capitalizzazione di mercato complessiva superiore ai 6 miliardi di dollari.

Tuttavia il mercato sta vivendo difficoltà, in parte dovute all’assenza dalle scene delle superstar BTS (impegnate nel servizio militare obbligatorio, che dura 18 mesi), in parte a causa del crollo delle vendite dei CD (che nella pur super-tecnologica società sudcoreana sono particolarmente apprezzati dalle fan e dai fan delle band).

(Foto tratta dal profilo ufficiale Instagram delle NewJeans)

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