
Istat: nel 2024 156mila espatri (+36,5%) e 53mila rimpatri (-14,3%)
Milano, 24 lug. (askanews) – I dati provvisori Istat del 2024 evidenziano un consistente aumento degli espatri (156mila, +36,5% sul 2023), parzialmente attribuibile all’entrata in vigore della Legge n. 213 del 30 dicembre 2023, che prevede sanzioni amministrative per i cittadini italiani che soggiornano all’estero per oltre 12 mesi senza adempiere all’obbligo di iscrizione nei registri dell’Anagrafe Italiana dei Residenti all’Estero (AIRE). Il numero dei rimpatri nel 2024 è, invece, pari a 53mila (-14,3%). Il saldo migratorio, come si è visto, è dunque ampiamente positivo e pari a 103mila italiani all’estero, +50mila unità rispetto al 2023 . Nel 2024 l’età media degli italiani espatriati è pari a 32,8 anni mentre quella dei rimpatriati, più alta, è pari a 35,3 anni.
La maggior parte degli espatriati (74,0%, pari a 115mila unità) si dirige in Europa (Figura 1), in particolare verso i Paesi dell’Unione europea (79mila) dove, al netto dei rimpatri (21mila), si registra un saldo migratorio pari a +58mila italiani. Anche i Paesi europei extra-Ue mostrano un saldo migratorio positivo di italiani (+25mila), così come, oltre oceano, l’America settentrionale (+6mila) e l’America Latina (+10mila circa).
Più in dettaglio, i principali Paesi verso i quali emigrano i cittadini italiani sono Germania, Spagna, Regno Unito, Svizzera e Francia che, nel loro insieme, accolgono nel 2024 il 54,6% del totale degli espatriati nel 2024. Tra le mete extra europee, seguono il Brasile (6,9%) e gli Stati Uniti (5,0%). Verso i Paesi dell’America Latina si dirigono soprattutto cittadini italiani nati all’estero, cioè individui precedentemente giunti in Italia che, una volta acquisita la cittadinanza italiana iure sanguinis (in quanto discendenti di generazioni di emigrati italiani), fanno ritorno nel Paese di origine.
Con riferimento ai rientri in Italia, invece, dei 53mila rimpatri stimati nel 2024, oltre un terzo (35,3%) origina da Germania, Regno Unito e Svizzera, ossia da Paesi che in passato, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta, hanno costituito mete principali dei flussi di emigrazione dall’Italia. A questi seguono il Brasile (6,1%), gli Stati Uniti (5,8%) e l’Argentina (5,4%). Anche in questo caso, si tratta dei tre Paesi oltreoceano che, nel periodo della Grande Emigrazione nella prima metà del Novecento, ospitarono ingenti flussi di emigrati italiani.
Dei 156mila italiani espatriati nel 2024, 78mila (50,4%) sono partiti dal Nord Italia (il 29,3% dal Nord-ovest e il 21,1% dal Nord-est), circa 26mila dal Centro (16,7%) e 51mila dal Mezzogiorno (21,0% dal Sud e 11,9% dalle Isole). Circa un espatrio su cinque origina in Lombardia (30mila espatri, pari al 19,5% del totale), mentre più contenuti sono i flussi di espatrio dal Veneto (16mila, 10,1%), dalla Sicilia (14mila, 9,0%), dalla Campania e dal Piemonte (entrambe le regioni 11mila, 7,2%), nonché dal Lazio (poco meno di 11mila, 6,8%) e dall’Emilia-Romagna (poco più di 10mila, 6,5%). Il 49,0% dei rimpatri è diretto verso il Nord, il 18,1% al Centro e il 32,9% nel Mezzogiorno. La prima regione per numero di rimpatri è la Lombardia, dove si valuta un 17,4% di rimpatri, seguita dalla Sicilia (10,0%), dal Piemonte (8,8%) e dal Lazio (8,7%).