Intesa Sanpaolo, al via due fondi di Neva: 500mln di investimenti per le startup
Un totale di mezzo miliardo di euro è destinato alla crescita delle startup, che non si limiterà all’Italia. La società di Venture capital Neva Sgr, parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, lancia ‘ufficialmente’ due nuovi fondi: Neva II e Neva II Italia, che avranno una capacità di investimento finale di 500 milioni di euro, il doppio dei 250 milioni di euro stanziati per i fondi Neva First.
La capogruppo si è impegnata a investire 200 mln di euro. “Per noi si tratta di un importante sostegno, perché è il primo segnale di fiducia”, ha detto Luca Remmert, presidente di Neva, durante un’intervista con i giornalisti in occasione dell’assemblea annuale della Sgr tenutasi presso le Ogr di Torino.
Quattro i settori chiavi sui quali punta Neva: life science, transizione digitale, climatech e manufactoring-aerospazio. “Sono soddisfatto dei risultati del primo fondo, ora abbiamo alzato l’asticella della sfida”, ha sottolineato Remmert.
“Quattro anni fa avevamo l’ambizione di diventare uno dei principali attori del Venture capital italiano. Possiamo contribuire ad affrontare e risolvere i problemi che affliggono il mondo”, ha dichiarato il presidente.
Da agosto 2020 a oggi, Neva ha investito 170 milioni di euro in oltre 40 aziende innovative, che nell’anno 2024 sono state acquisite da Check Point, azienda globale di cybersecurity.
“Neva First ha attualmente una plusvalenza di 50 milioni di euro rispetto al capitale investito”, ha specificato l’Ad Mario Costantini. “Nel nostro portafoglio abbiamo 10 società che definiamo ‘top contributors’, nelle quali abbiamo investito 100 milioni di euro e ci aspettiamo un ritorno da tre a otto volte il capitale investito”, ha spiegato l’Ad.
Altre 15 start-up sono ‘good contributor’ e Neva si aspetta un rendimento da due a tre volte il capitale investito. “Sono società su cui sono stati collocati 70 milioni di euro”, ha aggiunto Costantini. Altre 13 giovani imprese sono ‘minor contributor’, “sulle quali abbiamo investito meno di 30 milioni”, con ritorni che potranno essere in rosso (0,3 volte il capitale investito) o in pareggio.
“È nel nostro DNA essere cauti riguardo agli investimenti che facciamo. Credo fermamente che sia fondamentale assicurarsi le migliori deal”. Ai founder che diventano parte del team, ha concluso l’Ad: “Forniamo non solo risorse finanziarie ma anche valore aggiunto, supportati dalla nostra banca principale e con una scala che ci consente di assistere le aziende anche in periodi turbolenti”.
Giovanni Lombardi Stronati
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