Il Governo ottiene la fiducia sul dl Albania, avanti con i centri rimpatrio

Il Governo ottiene la fiducia sul dl Albania, avanti con i centri rimpatrio

Roma, 14 mag. (askanews) – Governo avanti tutta sui centri per migranti in Albania, sotto la giurisdizione italiana. L’aula della Camera ha approvato (con 192 voti a favore, 111 contrari e 4 astenuti) la fiducia posta dal governo sul provvedimento che modifica il protocollo, firmato tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo Edi Rama ormai un anno e mezzo fa.

Il decreto estende la platea agli stranieri, già in Italia, colpiti da provvedimenti di trattenimento (non solo quindi per extracomunitari richiedenti asilo intercettati in acque internazionali). Il trasferimento in Albania sarà possibile senza che venga meno il trattenimento e senza che sia richiesta una nuova convalida.

Venerdì la premier Giorgia Meloni sarà a Tirana al vertice della Comunità Politica Europea (EPC) e non è escluso che possa visitare le strutture di Schengjin e Gjader che per la premier sono un “modello innovativo” che raccoglie “sempre più consenso” in Europa. Ma che sinora non hanno funzionato, con costi ingenti, una ‘spola’ nella acque dell’Adriatico che ha messo in imbarazzo l’esecutivo e uno scontro con i magistrati senza precedenti.

L’andirivieni di questi mesi, di navi militari con a bordo extracomunitari “a seguito di operazioni di soccorso”, in seguito alla mancata convalida da parte dei giudici dei trattenimenti nonostante il decreto legge con cui il governo ha stilato per legge la lista dei paesi considerati sicuri (su cui è atteso entro l’estate il verdetto della Corte di giustizia europea), ha convinto il governo ad ampliare la sfera d’azione del protocollo. D’altronde era stata la stessa premier a dicembre del 2024 ad affermare alla kermesse di Fratelli d’Italia dal palco di Atreju: “i centri funzioneranno, funzioneranno. Dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano, funzioneranno”.

In sede di esame degli emendamenti in commissione Affari costituzionali, sono state approvate alcune proposte presentate dalla relatrice Sara Kelany (Fdi) che vanno ulteriormente in questa direzione. Se il migrante, trasferito nei centri in Albania, dovesse presentare domanda di protezione, cambiando quindi il suo status giuridico, non sarà riportato in Italia se vi siano “fondati motivi per ritenere che la domanda di protezione internazionale sia stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l’esecuzione del respingimento o dell’espulsione”.

In caso poi di mancata convalida del trattenimento in presenza di una domanda di asilo di cui si sospetta che sia stata presentata a scopo dilatorio, si prevede la possibilità di emanare un nuovo provvedimento di trattenimento per un altro dei motivi previsti dalla legge e quando il provvedimento è adottato immediatamente o, comunque, non oltre 48 ore dalla comunicazione della mancata convalida, il richiedente asilo resta nel centro fino alla decisione sulla convalida. Viene inoltre estesa l’applicazione della procedura accelerata di esame delle domande di asilo alla frontiera.

Tra le novità introdotte nell’iter parlamentare anche la proroga al 31 dicembre 2026 delle deroghe ad alcune disposizioni di legge per l’individuazione, l’acquisizione o l’ampliamento dei Cpr e la cessione a Tirana a titolo gratuito “due motovedette della classe 400 Cavallari in dotazione al corpo delle capitanerie di porto-Guardia Costiera”.

Il centrodestra ha difeso l’operazione ritenendo i centri in Albania parte “fondamentale” dell’azione messa in piedi dal governo “contro l’immigrazione illegale” e per incrementare i rimpatri, nel solco del nuovo Patto europeo per la migrazione e l’asilo.

Di “vero abisso del diritto, in violazione della Costituzione”, ha parlato la deputata democratica Rachele Scarpa, annunciando il voto contrario del Pd. “Calcolatrice alla mano, dall’inizio della mastodontica operazione, ottobre 2024, sono state portate in Albania: 16 persone a ottobre, 9 a novembre e 49 a gennaio poi tornate in Italia. In sette mesi di attività sono transitate 157 persone in tutto. Di cosa parliamo? Restano agli atti solo le dichiarazioni trionfalistiche, gli spauracchi sui giudici comunisti, la foto delle persone ammanettate, le ridicole percentuali sui rimpatri. Il risultato finale è un buco nero che tutto risucchia e fagocita insieme al miliardo di euro dei contribuenti italiani anche i diritti delle persone”.

Dopo il via libera al provvedimento, atteso per domani mattina, il testo passerà all’esame del Senato per l’ok definitivo. Poi, sarà la cronaca a dire se i centri “funzioneranno” e come funzioneranno.

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