Human Company: 6,6 mln le presenze stimate per il turismo outdoor dell’estate 2023 (+2%)

Human Company: 6,6 mln le presenze stimate per il turismo outdoor dell’estate 2023 (+2%)

Osservatorio realizzato in collaborazione con THRENDS

Roma, 11 mag. (askanews) – Crescono le presenze nel turismo outdoor in Italia nel 2023. E’ quanto emerge dall’Osservatorio del turismo outdoor firmato da Human Company, azienda punto di riferimento nell’hospitality in Italia e attiva da oltre quarant’anni nel turismo open air, in collaborazione con THRENDS, società specializzata in analisi e strategie nel settore tourism & hospitality presentato il 9 maggio a Roma.

La stagione estiva 2023 del turismo all’aria aperta, rileva l’Osservatorio, si prospetta da record, con una previsione di presenze di 56,6 milioni per i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, in aumento del 2% rispetto al 2022 (55,5 milioni) e dell’1% rispetto al 2019 (55,9 milioni). Non solo questo sarà l’anno del consolidamento del recupero dei flussi turistici registrato nell’estate 2022, ma rappresenterà anche uno dei migliori degli ultimi 10 anni, dietro solo al 2017 (57,9 milioni).

“C’è tanta voglia di Italia e di scoprire mete meno conosciute, come quelle promosse dal turismo open air. L’attenzione verso questo comparto è massima – ha affermato l’Onorevole Gianluca Caramanna, Responsabile del dipartimento Turismo Fratelli d’Italia e Consigliere del Ministro del Turismo – lo dimostra il fatto che questo governo abbia fortemente voluto mantenere il Dicastero del Turismo e che sia stato elaborato il Piano Strategico 2023-2027 per la prima volta da un Ministero a competenza esclusiva. Il Piano si basa su 5 pilastri: tra i tre più importanti, oltre a innovazione e formazione, vi è sicuramente la sostenibilità. Il turismo legato a questo terzo pilastro, come quello open air, può portare i turisti a scoprire mete alternative ed attivare un circolo economico virtuoso in Italia, dando ricettività importante ad alcuni territori al di fuori delle mete più gettonate. I tempi sono maturi per una legge quadro che, in attesa di una più organica riforma delle competenze tra Stato e Regioni, potrà porre le basi per dare al turismo nazionale un’identità coesa, come quella che si ha in Francia e in Spagna, non solo a livello istituzionale, ma anche di promozione. Insieme al Ministro stiamo immaginando un brand turistico che rappresenti l’Italia promuovendo sempre più il sistema Paese”.

In particolare, dai dati dell’Osservatorio il mercato estero risulta essere quello più promettente: si stima che raggiungerà il 51% del mercato, diventando quello trainante e dimostrando così la voglia degli stranieri di viaggiare e di muoversi fuori confine verso il Mediterraneo e in particolare verso l’Italia.

“Il Turismo è un comparto fondamentale per l’Italia: al pari dell’esportazione – ha dichiarato il Senator Claudio Borghi (Lega) – contribuisce al saldo commerciale positivo dell’Italia. Proprio per questo motivo i dati sul turismo outdoor individuati dall’Osservatorio sono decisamente incoraggianti. L’Italia sconta ancora molti pregiudizi sull’accessibilità turistica: il turista open air straniero, che preferisce le sole strutture turistiche del Nord Italia, è spesso convinto che non sia agevole raggiungere il Centro-Sud Italia. Per ovviare a questi preconcetti stiamo lavorando in sinergia con il Ministro delle Infrastrutture. Quando sarà compiuta l’autonomia regionale si innescheranno processi virtuosi grazie ai quali i modelli economici delle regioni più virtuose saranno applicati anche nelle regioni al momento meno attrattive per questo comparto turistico. È compito del governo e della maggioranza che lo sostiene promuovere le misure che garantiscano al comparto e agli imprenditori maggiore certezza per continuare ad investire in questo comparto strategico per lo sviluppo del turismo nazionale. Questo vale per il problema dell’accatastamento dei mezzi mobili di pernottamento, che sto seguendo personalmente, come per le concessioni demaniali e balneari.”

Il mercato italiano, che rappresenta il restante 49%, è stabile e in linea con 2021 e 2022; in particolare però, seppur si registri una propensione alle vacanze fuori dai confini nazionali, le esigenze economiche quali l’aumento delle spese, l’inflazione e l’incremento dei costi dei trasporti potrebbero far propendere per un rimanere nei confini nazionali.

“Il settore open air rappresenta, nel contesto dell’offerta turistica italiana, la seconda modalità dopo gli alberghi: 2600 imprese offrono oltre 1,3 milioni di posti letto per giorno su un mercato in rapida e significativa espansione che ha visto nell’ultima stagione un completo recupero delle quote perdute nel periodo pandemico, addirittura con incrementi rispetto al 2019. La nostra domanda è vivace e dobbiamo cogliere le opportunità offerte da una ripresa così marcata, specie del mercato estero. Per questo motivo riteniamo che gli interlocutori politici ed amministrativi debbano conoscere più e meglio la specificità di un’offerta che fa perno sul comfort, sulla sostenibilità, sul contatto con la natura ed è per vocazione permeabile e connessa con i territori. Dobbiamo garantire agli ospiti un livello adeguato di servizi e di prodotti con elevati standard. In questo senso vanno sciolti i nodi che limitano la crescita come la normativa paesaggistica che impedisce l’utilizzazione dei mezzi mobili di pernottamento e la genericità della normazione della materia delle concessioni demaniali,” ha concluso Alberto Granzotto, Presidente di FAITA-Federcamping.

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