Giansanti: su olio basta fare dilettanti in mondo professionisti

Giansanti: su olio basta fare dilettanti in mondo professionisti

Ue fa programmazione: ma dove andiamo se non sappiamo dove andare?

Roma, 18 feb. (askanews) – L’Italia dell’olio non può più permettersi di giocare da dilettante in un mondo fatto da professionisti: “in un quadro fatto di luci e ombre, la filiera produttiva olivicola italiana va quantomeno ripensata pensando alle imprese e alle attività produttive e non solo alle politiche economiche ambientali sul territorio”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, concludento i lavori del convegno “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro, prospettive per l’olivicoltura italiana” che si è tenuto oggi a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura a Roma. Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, anche Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura della Camera, Luca De Carlo, presidente Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato e Patrizio La Pietra, sottosegretario al Masaf con la delega al comparto olivicolo.

Le imprese olivicole sono “600mila – ha detto Giansanti – i percettori di Pac sono 700.000, e sicuramente non sono al 90% olivicoltori. Questo vuol dire che in quella cifra di imprese olivicole c’è molto di agricoltura non professionale, fatta di superfici medie con poco più di 2 ettari e con una produzione che non forse non basta neanche per il consumo familiare: se questa dve essere la dimensione da costruire attorno al patrimonio olivicolo nazionale diciamolo subito, perché siamo dilettanti e fuori c’è la tempesta”.

Sotto accusa la reddiditività del settore, che non è stata in grado di garantire investimenti come accade invece all’estero dove paesi come la Tunisia, il Marocco o la Turchia “stanno diventando player importanti”. Ecco perché anche l’Europa deve fare la sua parte: “in Europa si parla di programmazione – ha ricordato Giansanti – ma dove andiamo se non sappiamo dove andare?”.

Ecco perché l’Italia deve oggi, e non domani, affrontare sull’olio “tematiche ineludibili” come la definizione delle “migliori cultivar, i sistemi di allevamenti, il dove e come farlo, la pianificazione degli investimenti, la gestione del rischio, i sistemi di irrigazione, una gestione più complessiva di logistica, parte indusstriale, modelli di consumo”. Per questo Confagricoltura, ha detto Giansanti lanciando una idea alla platea del convegno, vuole “costruire una proposta da portare all’attenzione del Governo. Vorrei immaginare un documento da fare insieme come proposta affinché il Governo possa trovarlo sul tavolo quando deciderà di portare a termine il progetto di ridefinizione dell’olio di oliva italiano. Non possiamo permetterci di stare fermi”, ha concluso il presidente di Confagricoltura.

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