Gb, Camera Comuni approva legge Ruanda, ma 11 Tory ribelli votano no

Gb, Camera Comuni approva legge Ruanda, ma 11 Tory ribelli votano no

Riscritta dopo no della Corte Suprema

Milano, 17 gen. (askanews) – La Camera dei Comuni britannica approva la cosiddetta legge sul Ruanda, con 320 voti a favore e contro 276, ma è caccia agli 11 Tory che hanno votato contro. Il pacchetto legislativo consente ai richiedenti asilo di essere inviati in Ruanda in attesa di una decisione sull’asilo. Tuttavia, potrebbero rimanere in Ruanda solo dopo una decisione positiva, non in Gran Bretagna.

Secondo il governo lo scopo è quello di creare un deterrente e ridurre così il numero dei richiedenti asilo nel Paese. Ma si alzano voci sulla “debolezza” del governo e di Rishi Sunak. Per primo il sindaco di Londra Sadiq Khan ha reagito al disegno di legge del Ruanda che autorizza la Camera dei Comuni. Per Sadiq Khan: “sono necessarie elezioni generali ora”. E il ministro ombra laburista per l’immigrazione Stephen Kinnock afferma che il piano per il Ruanda è “impraticabile, insostenibile e illegale” e ha mostrato “quanto sia debole Rishi Sunak”, aggiungendo che “non è adatto a governare” e che il Partito conservatore è “divenuto una marmaglia”.

Nel frattempo, il presidente del Ruanda ha detto alla BBC che restituirà i soldi dei contribuenti britannici se non arriveranno richiedenti asilo.

Il passaggio alla Camera dei Comuni avviene nonostante la grande ribellione fra i Tory avvenuta ieri. Tra chi ha votato contro tra le fila dei conservatori l’ex ministro dell’Interno Suella Braverman e l’ex ministro dell’Immigrazione Robert Jenrick. Altri parlamentari conservatori nella lista includono Simon Clarke, Mark Francois e Danny Kruger.

Secondo la Bbc, il governo conservatore del primo ministro Rishi Sunak era fiducioso che il disegno di legge venisse approvato. La legge è stata riformata dopo che la Corte Suprema britannica ha dichiarato illegali i piani del governo per il Ruanda lo scorso novembre. E la nuova legge consentirebbe di inviare persone dalla Gran Bretagna in Ruanda, nonostante le obiezioni della Corte europea dei diritti dell’uomo.

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