G7 prudente sulla Cina: no a coercizione, rapporto costruttivo

G7 prudente sulla Cina: no a coercizione, rapporto costruttivo

Soluzione pacifica per Taiwan, Pechino non interferisca con democrazia

Roma, 20 mag. (askanews) – E’ evidentemente frutto di una mediazione, la parte che riguarda la Cina del comunicato finale del summit G7 di Hiroshima, che raggruppa i punti di vista più sfumati dei partner europei e quello più rigido degli Usa. Alla fine, dal documento, emerge una posizione prudente che spende parole dure sul tema dei diritti umani (Tibet, Xinjiang) e contro le “interferenze che minano le nostre comunità” e che punta il dito contro la “coercizione economica”, ma che nello stesso tempo esprime disponibilità ad avere “relazioni costruttive e stabili” con la Cina e assicura che i Sette non hanno cambiato idea sulla politica dell’”Unica Cina”, chiedendo una soluzione pacifica per Taiwan.

INTERFERENZE

La Cina eviti di “condurre attività di interferenza volte a minare la sicurezza e l’incolumità delle nostre comunità, l’integrità delle nostre istituzioni democratiche e della nostra prosperità economica” si legge nel comunicato diffuso oggi, in anticipo a causa dell’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Hiroshima. I leader G7 chiedono a Pechino di “agire in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione di Vienna sulle Relazioni diplomatiche e la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari”.

COERCIZIONE ECONOMICA

“Rafforzeremo la collaborazione lanciando una piattaforma di coordinamento contro la coercizione economica per aumentare la nostra capacità di valutazione collettiva, preparazione, deterrenza e risposta alla coercizione economica, e promuoveremo ulteriormente la cooperazione con i partner al di là il G7”, si legge nel comunicato dove, in questa parte, non si fa riferimento esplicito a Pechino, ma poi la formula ritorna nella parte regionale dedicata proprio alla Cina.

“Approfondiremo – continua – il nostro dialogo strategico contro le pratiche dannose per proteggere le catene di approvvigionamento globali da influenze illegittime, spionaggio, fuga di conoscenze illecite e sabotaggio nella sfera digitale. Affermiamo la nostra responsabilità condivisa e la determinazione a coordinarci per impedire che le tecnologie all’avanguardia che sviluppiamo vengano utilizzate per promuovere le capacità militari che minacciano la pace e la sicurezza internazionali”.

TAIWAN

“Ribadiamo l’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan, come indispensabile per la pace e la prosperità nella comunità internazionale”, si legge nel comunicato finale. “Non c’è alcun cambiamento nelle posizioni di base dei membri del G7 su Taiwan, a partire dalla politica sull’”Unica Cina””, si legge ancora nel documento. “Chiediamo – affermano i Sette – una soluzione pacifica delle questioni collegate allo Stretto di Taiwan”.

MAR CINESE MERIDIONALE

Per quanto riguarda le rivendicazioni cinesi nel Mar cinese meridionale, i Sette hanno ribadito che “non esiste una base legale per le estese rivendicazioni marittime della Cina nel Mar cinese ceridionale, e noi ci opponiamo alle attività di militarizzazione della Cina nella regione”.

I Sette hanno dichiarato inoltre che si opporranno “fermamente” a cambiamenti dello status quo.

RELAZIONI COSTRUTTIVE E STABILI

I Sette tuttavia si sono detti “pronti a costruire relazioni costruttive e stabili con la Cina, riconoscendo l’importanza di impegnarci apertamente ed esprimere le nostre preoccupazioni direttamente alla Cina. Agiamo nel nostro interesse nazionale. E’ necessario cooperare con la Cina, dato il suo ruolo nella comunità internazionale e le dimensioni della sua economia, sulle sfide globali e sui settori di interesse comune”.

I campi di collaborazione sono tanti: la crisi climatica, la protezione della biodiversità, la conservazione delle risorse naturali, la sostenibilità e il debito dei paesi vulnerabili, la salute globale e la stabilità macroeconomica.

“I nostri approcci politici non sono progettati per danneggiare la Cina né cerchiamo di ostacolare il suo progresso e sviluppo economico. Una Cina in crescita, che rispetta le regole internazionali, sarebbe di interesse globale. Non ci stiamo disaccoppiando o rivolgendo verso l’interno”, hanno assicurato i Sette.

“Allo stesso tempo – hanno proseguito – riconosciamo che la resilienza economica richiede la riduzione dei rischi e la diversificazione. Prenderemo provvedimenti, individualmente e collettivamente, per investire nella nostra vivacità economica. Ridurremo le dipendenze eccessive nelle nostre catene di approvvigionamento critiche”.

ELIMINARE DISPARITA’ TRA LAVORATORI E IMPRESE

Tuttavia per garantire relazioni economiche sostenibili con la Cina, rafforzando il commercio globale, i G7 si impegnato a fare “pressione per condizioni di parità per i nostri lavoratori e le nostre imprese”. Il che vuol dire – secondo i leader – “affrontare le sfide poste dalle politiche e dalle pratiche non di mercato della Cina, che distorcono l’economia globale”. In particolare si parla di pratiche come “il trasferimento illegittimo di tecnologia o la divulgazione di dati”. I Sette inoltre riconoscono la “necessità di proteggere alcune tecnologie avanzate che potrebbero essere utilizzate per minacciare la nostra sicurezza nazionale, senza limitare indebitamente il commercio e gli investimenti”.

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