
Formaggi a latte crudo, l’allarme di Slow Food su linee guida ministero
Milano, 23 lug. (askanews) – Slow Food Italia esprime preoccupazione per l’impatto delle nuove linee guida pubblicate dal ministero della Salute sul controllo del rischio STEC (Escherichia coli) nei formaggi a latte crudo. L’associazione ha diffuso un documento in cui sollecita un cambio di approccio: meno burocrazia e più consapevolezza, puntando su formazione e informazione.
Le misure attualmente previste, sottolinea Slow Food, introducono un sistema di controlli considerato troppo oneroso per le piccole realtà artigianali, in particolare quelle che operano in alpeggio. “Si rischia di colpire indistintamente un intero comparto, laddove le responsabilità andrebbero attribuite caso per caso”, si legge nella nota. Il documento ricorda il ruolo essenziale dei formaggi a latte crudo nella tutela della biodiversità, dei pascoli, delle razze autoctone e dei territori interni soggetti a spopolamento.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità e citati nel documento, nel 2023 i casi di infezione da STEC accertati in Italia sono stati 96, con un’incidenza sulla popolazione pari allo 0,0001%, e nessun decesso. In Europa i casi sono stati oltre 10mila, con 31 esiti fatali. Nello stesso periodo, le infezioni da Listeria, presente anche nei formaggi a latte pastorizzato, hanno causato 231 casi in Italia e oltre 330 decessi in Europa.
L’associazione propone quindi un piano nazionale di formazione per allevatori e casari, accompagnato da una comunicazione chiara e non allarmistica verso i consumatori, con indicazioni precise per le categorie più fragili. “Forse non è troppo tardi per ristabilire un’informazione equilibrata”, osserva Slow Food, criticando la mancanza di attenzione finora riservata agli aspetti nutrizionali delle produzioni a latte crudo.
Il documento evidenzia anche le ricadute economiche e ambientali di una possibile generalizzazione della pastorizzazione: dai maggiori costi energetici e idrici, alla diminuzione dei prezzi di mercato dei formaggi artigianali, fino al rischio di abbandono del mestiere da parte di molti produttori.
Slow Food lavora sul tema del latte crudo dal 1997, anno della prima edizione di Cheese a Bra (Cuneo), manifestazione internazionale che ha contribuito a far conoscere e tutelare queste produzioni. Oggi, l’Italia conta oltre 600 formaggi tradizionali censiti dai Pat, 80 Presìdi Slow Food e 56 Dop/Igp, circa la metà delle quali prevede la produzione a latte crudo.
“È un patrimonio culturale e alimentare che va difeso con responsabilità”, conclude Slow Food, annunciando nuove iniziative in collaborazione con la rete di produttori e con le associazioni impegnate nella tutela dell’agricoltura artigianale.
Foto di Davide Greco