
Fiscozen: le libere professioni più strane e innovative del 2025
Milano, 30 apr. (askanews) – Addestratore di modelli di AI, assaggiatore di cibo per cani, annusatore di prosciutti, Experience Designer, ristoratore virtuale, ricostruttore di scene del crimine con la pasta: sono alcuni dei mestieri nuovi e fuori dal comune emersi negli ultimi anni tra i liberi professionisti. A scattare una fotografia dell’evoluzione del mercato del lavoro è la tech company Fiscozen, che ha analizzato alcune delle attività più innovative e particolari svolte in Partita Iva. L’indagine mette in luce la richiesta di figure sempre più specializzate, grazie anche alla spinta tecnologica e alla rivoluzione dell’AI, accanto alla tendenza abbracciata da molti professionisti a costruirsi percorsi lavorativi originali, combinando abilità tecniche, attitudini personali, spirito imprenditoriale e ricerca di libertà in percorsi non lineari.
“Nell’era dell’AI e dei big data sono nate nuove professioni digitali altamente specializzate, tra analisti, sviluppatori e addestratori di modelli. Anche il mondo dei social, in cui ogni creator o streamer cerca di ritagliarsi la propria nicchia di attenzione, ha dato vita a mestieri impensabili fino ad un decennio fa. Con il crescere della sensibilità, soprattutto tra i più giovani, rispetto ai diritti, all’ambiente e, più in generale, alle tematiche su Diversity, Equity e Inclusion, si sono moltiplicati consulenti, manager e advisor nel settore pubblico e in quello privato. Sono anche esplosi i mondi del coaching, della formazione online e della mediazione, come quella familiare, aziendale o culturale, e tutte le professioni della gig economy. È positivo che molte di queste attività siano state riconosciute ufficialmente con l’aggiornamento dei codici ATECO, che non venivano revisionati dal 2007. È il caso, ad esempio, del sussurratore di cavalli o dei guaritori” spiega Enrico Mattiazzi, CEO di Fiscozen.
Nel solo settore dell’AI si sono affacciate sul mercato del lavoro cinque figure piuttosto ricercate, come il Prompt Engineer, che perfeziona comandi più adatti e funzionali per ottenere il risultato desiderato, il Finetuner, che addestra modelli generici per adattarli a settori o compiti specifici. Sul piano consulenziale legato all’AI, invece, sono nate figure come lo specialista in Etica dell’Intelligenza artificiale, per valutare gli impatti socio-culturali e garantire un uso responsabile di queste tecnologie, il consulente sulla privacy nell’ambito dei Large Language Model (LLM), tecnologia avanzata di comprensione e analisi del testo, e il consulente legale nell’ambito delle automazioni guidate da AI. Rimanendo nel mondo digitale, accanto ai creator, inclusi gli onlyfanser, streamer vari e gamer professionisti, troviamo mestieri più particolari, come il tester di coupon, che valuta qualità ed efficacia delle promozioni online, il partner virtuale e il risponditore in sex chat per conto dei creator su siti per adulti. Tra i modelli di business che consentono di sviluppare attività snelle, dai bassi costi e dalle alte potenzialità di monetizzazione, sta spopolando quello dei ristoranti virtuali, veri e propri brand digitali della ristorazione che si appoggiano a dark kitchen, ovvero cucine non aperte al pubblico che producono esclusivamente per il delivery. Tra i lavori nati e cresciuti grazie ai social troviamo invece il Social Seller, un professionista che stabilisce connessioni dirette e autentiche con gli utenti per vendere un prodotto o un servizio, e il Responsabile dell’ascolto, che monitora e analizza le conversazioni online connesse al proprio brand o ai competitor del settore, senza l’utilizzo di software proprio per sfruttare la capacità umana di leggere i sentimenti e la pancia del pubblico.
Nei settori offline si sono fatti spazio lavori legati ai cambiamenti nelle abitudini sociali, culturali e produttive, con al centro due tratti comuni: l’alto livello di specializzazione e la personalizzazione dei servizi. È il caso degli Experience Designer, esperti nel creare esperienze su misura, sempre più richieste da un pubblico con buona capacità di spesa in settori come quello dei viaggi, benessere e shopping, mescolando diverse competenze di lettura dei bisogni degli altri e dei trend in corso. Nella ristorazione ha invece preso piede il Menù Engineer, cioè chi ristruttura menù partendo dal food cost per aumentare la percezione della qualità e rendere l’attività più profittevole. In linea con l’attenzione crescente ai diritti e ai bisogni delle persone, nelle aziende più strutturate hanno assunto grande importanza i Disability Manager, esperti di accessibilità per persone con disabilità, e gli HSE Advisor, consulenti specializzati in salute, sicurezza e ambiente per far rispettare le normative e promuovere pratiche sicure e sostenibili.
Ci sono poi professioni meno nuove, ma molto particolari e, in alcuni casi, anche molto remunerative: gli annusatori di prosciutti negli stabilimenti DOP per valutare la stagionatura dei salumi, gli assaggiatori di cibo per animali, il contatore di fagioli in aziende alimentari, il guardiano di isole deserte, l’accenditore di candele in chiese e basiliche storiche, il ricostruttore di scene del crimine con spaghetti o rigatoni per mostrare traiettorie e impatti, il sub raccoglitore di palline da golf, il colombista per matrimoni, il dormitore professionista per testare materassi e addirittura il fornitore di alibi, che crea giustificazioni per chi necessita di copertura in caso di assenze e ritardi, o addirittura tradimenti all’interno di relazioni.
“Al di là della curiosità e simpatia che certe professioni possono suscitare, quello che ci colpisce è che molti di questi lavori nascono da bisogni reali o dal desiderio di creare qualcosa di personale. Non è un caso che molte persone scelgono di aprire la Partita Iva proprio perché vogliono lavorare in modo più libero, seguendo le proprie passioni e costruendo un percorso su misura. Questo è ancora più vero per le nuove generazioni: la Partita Iva si conferma la modalità di lavoro più in linea con i valori della Gen Z, che rifiuta i percorsi di carriera lineari e le strutture rigide fatte di orari fissi e gerarchie, scegliendo invece flessibilità, autonomia e realizzazione personale”, conclude Mattiazzi.